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I padroni della notte

Regia di James Gray vedi scheda film

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BobtheHeat

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La recensione su I padroni della notte

di BobtheHeat
7 stelle

Forse le mie aspettative,complici le lodi tessute da Giona A. Nazzaro nel precedente numero di Film Tv, erano diventate troppo alte. Forse e' in parte per questo che il mio giudizio nei confronti di questo "I padroni della notte" (ennesimo stupido titolo italiano della stagione) differisce di molto da quello generale della redazione. Ma dopo averlo visto (finalmente:cazzo era stato presentato a Cannes 2007 !) proprio non posso condividere certi entusiastici giudizi espressi, a mio modesto avviso, un po' avventatamente: sicuramente con poco equilibrio. Come e' possibile arrivare addirittura a dire, cito testualmente(articolo a pag 20-21 del n.11 di Film TV, a firma Giona A. Nazzaro):"I padroni della notte e' davvero, oggi, il miglior cinema americano possibile". E ancora: "Gray sembra davvero l'ultimo depositario di un sapere cinematografico a rischio d'estinzione". Fermo restando che ognuno ha le sue opinioni, e' chiaramente un fatto che queste affermazioni sono a dir poco esagerate. Ue', questo e' solo il terzo film di Gray: il secondo lo hanno visto solo pochi "fortunati" e pare non fosse niente di particolare. Cosi' dicendo, si dimenticano decine di cineasti! Per carita', in "We own the night" il recupero dello stile del cinema della New Holliwood, e' effettivamente lodevole ed ammirevole: mi riferisco all'uso dei colori della fotografia e alla messa in scena. Viene da pensare che Gray sia "veramente" un regista degli anni '70 ! Come è riuscito, oggi, ad avere questa libertà di espressione? L'inizio del film, ad incominciare dai titoli di testa, con quelle belle istantanee dell'epoca, è molto interessante: e che dire della prima scena bollente, con Eva Mendes protagonista? Da urlo: "roba" da star male! E si continua cosi', benissimo, anche subito dopo, quando come un ottimo lavoro di montaggio, si mostrano le due feste: quella in discoteca, folle, frenetica ed esplosiva, per merito anche delle bellissime musiche in sottofondo e quella squallida, tristissima, del dipartimento di polizia.
Tutti momenti sontuosi a livello registico, che fanno molto ben sperare: anche perche', dietro i vari personaggi abilmente presentati, ci sono volti di "signori" attori (c'e' anche Tony Musante). Poi pero' succede poco: e soprattutto nulla di nuovo. Il soggetto è troppo convenzionale. Gray, diciamolo, è abilissimo come regista, molto meno come sceneggiatore. Le battute che si ritrovano in bocca gli attori, sono quasi sempre banali. Per quello che narra, il film poteva durare 15 minuti di meno: e per come lo dice, sembra durare 15 minuti di troppo. L'operazione attuata da Gray, far uscire nel 2007 un film perfettamente "anni '70" (in realta' saremmo negli '80, come testimonia la splendida colonna sonora; "Let's Dance" ad esempio di David Bowie è infatti del 1983, la fenomenale "Heart Of Glass" di Blondie e' del 1979, "The Magnificent Seven" dei Clash e' del 1981; ma il look, gli ambienti,le macchine, tutto lo spirito del film, è più anni '70) e' veramente molto apprezzabile. Il recupero delle atmosfere dei film di "Director" quali Friedkin e Siegel, è nostalgico e insieme sincero. Purtroppo il soggetto di "We own the night", come detto, e' debole, pieno di luoghi comuni, non regala sorprese. Gray, come sceneggiatore, cura molto bene solo la costruzione del protagonista, interpretato alla grande, da Joaquin Phoenix: una prova la sua, di straordinaria intensita'. Tutti gli altri personaggi invece, o sono stereotipati (es. Robert Duvall, che si limita a citare se stesso, o anche Eva Mendes, una figa paurosa... costretta pero' a recitare le "solite" scene e soprattutto, a sparire dal film con un semplice bigliettino: no, dai, "nun se fa a cussi'" !!!); o non sono sviluppati a dovere (Mark Wahlberg e' decisamente sottoutilizzato: tuttavia bisogna dire,ironicamente, che ritorna in scena alla grande, xche' dopo che gli avevano sparato alla mascella...e ben 4 mesi di riabilitazione...lo si rivede "solo" con un piccolo "brufolino" in faccia e un po' di occhiaie, fatto che ha del miracoloso!). E gli antagonisti della (santificata) polizia, i trafficanti della droga russi, sono anche loro poca cosa. Vuoi mettere Armin Mueller-Stahl in "La promessa dell'assassino" di Cronenberg? Quest'ultimo sì, ...è sicuramente "uno" dei "vari" depositari del sapere cinematografico...Gray, come regista, è diciamo, sulla giusta strada). E ancora:sull'ultimo articolo di Film Tv, ho letto grandi apprezzamenti riguardo la scena dell'inseguimento in macchina sotto la pioggia: bella, non c'è che dire. Ma anche qui, chi ha buona memoria cinematografica, puo' tranquillamente trovare episodi altrettanto coinvolgenti e significativi altrove: leggi segnatamente "Il braccio violento della legge" e "Vivere e morire a Los Angeles" di William Friedkin. O ancora "Ronin" di John Frankenheimer, solo per citare dei casi "simili" nello spirito e nella genuinita'. Vogliamo parlare della fattura e della "credibilità" (che bello se anche nella realtà le squadre antidroga piombassero dopo 5 secondi netti a soccorrere in tutta forza gli infiltrati in pericolo...la polizia riesce a fare miracoli a volte) di alcune sparatorie del film? Ben fatte per carità : ma dico, se sono da "applauso" queste scene, per quelle dei film di Michael Mann, cosa dovremmo fare? Spellarci le mani? Siamo seri, esiste una scala di valori. Francamente trovo che tutta la parte finale di "We own the night", lasci molto a desiderare. Troppo. Lascia alquanto perplessi vedere Phoenix che si lancia da solo all'inseguimento del "bastardo" trafficante di droga...(daltronde, deve farsi vendetta...e' roba da uomini...). Ovviamente l'intero plotone della polizia assiste meramente alla scena: prima pero' i bambini dei mafiosi russi vengono prima portati in salvo,ovvio! Piccole forzature? Ed è' un peccato, specie se si pensa all'inizio e a certi suoi momenti fiammeggianti, che il film si perda in questo modo e finisca così debolmente. Voto:7

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