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Flags of Our Fathers

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su Flags of Our Fathers

di GARIBALDI1975
7 stelle

http://blogimg.goo.ne.jp/user_image/1c/cd/ca1ddc4c3e63acef6c7d285457052e00.jpg

 

[2006] Clint Eastwood - Si cimenta a raccontare la battaglia del 1944 sull'isola di Iwo Jima, dividendo l'intero film in tre storie che si intrecciano nel ricostruire le vicende della fotografia icona dell'intero film, quella che immortala il momento in cui cinque marines e un marinaio stanno per issare una bandiera statunitense sul monte Suribachi.

 

Le tre linee di racconto pur rimanendo sempre distinte dal punto di vista temporale, si alternano piacevolmente chiarendo l'una aspetti dell'altra:

 

- la prima storia è tutta concentrata sul campo di battaglia (per me è la migliore delle tre, da ogni punto di vista) e rappresenta una delle migliori scene di sbarco bellico della storia del cinema (ovviamente seconda solo dopo "Salvate il soldato Ryan" di Steven Spielberg che -coincidenza- è anche co-produttore). Tutte le scene di guerra sono gestite con competenza e precisione da Clint Eastwood, che con questo film conferma dietro le telecamera le sue migliori caratteristiche. L'aviazione statunitense ha già bombardato l'isola per settimane e sembrano non esserci tracce del nemico e non vi è alcuna idea su dove si nasconda; si comprende solo che tale scoglio di terra è un avamposto giapponese, è terra che i nipponici ritengono sacra; conquistarla significa recare un danno al nemico molto più sul piano simbolico e psicologico, che su quello tattico. I giapponesi sono ben nascosti e aspettano che il grosso delle truppe nemiche sbarchi interamente sulla spiaggia prima di aprire il fuoco con massimi effetti devastanti.

 

- Un fotografo immortala l'immagine icona del film: un gruppo di soldati che solleva la bandiera a stelle e strisce sulla cima dell'isola di Iwo Jima. L'immagine sembra essere per i funzionari governativi statunitensi una manna dal cielo. Diffusa attraverso la stampa, quell'immagine rincuora le speranze dei funzionari governativi statunitensi di poter sollecitare l'opinione pubblica all'acquisto di obbligazioni per finanziare la guerra. L'America ha bisogno di eroi, e i tre superstiti dell'immagine sono immediatamente spediti in patria per apparire in pubblico infinite volte e raccogliere fondi. Attraverso la loro storia, Clint Eastwood esplora la natura dell'archetipo dell'eroe, perché lo cerchiamo e che cosa significa per noi; il punto centrale del film è che idealizziamo in eroi quelli che, alla fine, sarebbero piuttosto semplicemente 'uomini'.

 

- La terza linea di racconto riguarda invece il figlio di uno degli uomini che alzarono la bandiera (il figlio dell'infermiere “Doc” Bradley) che ricercando altri reduci della battaglia ricostruisce cosa sia accaduto effettivamente in quei giorni.

 

 

Flags of Our Fathers è un film affascinante. Dal forte impatto visivo e dalle pregevoli tecniche registiche, di scenografia e di illuminazione che danno allo spettatore la densa sensazione del cambiamento di atmosfera e di tempo tra una linea di racconto all'altra. Clint Eastwood ha saputo raccontare la storia che c'è dietro a una delle più famose immagini della seconda guerra mondiale in modo invidiabile, senza mai scadere nel patetico. Belli i continui flashback che ben si intrecciano e amalgamano con le scene in patria.

 

Non è un film che parla di politica, non la vuole criticare né discuterla. È un film immediato e personale. Eastwood ha fatto un film non di guerra ma di uomini che combattono in essa; un film non di celebrità, ma di umanità. Giusto per essere sicuri di non dimenticare che si basa su fatti reali, i titoli di coda presentano fotografie degli uomini che erano davvero lì.

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