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T'amo e t'amerò

Regia di Ninì Grassia vedi scheda film

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La recensione su T'amo e t'amerò

di mm40
1 stelle

Un ragazzo napoletano, mentre cerca in ogni modo di finire le superiori (lo studio non è il suo forte), coltiva il suo grande sogno: diventare un cantante famoso. Nel frattempo corteggia con poco successo la più bella della classe e continua a sperare, un giorno, di potere incontrare il padre che lo ha abbandonato da piccolo.

 

Una delle ultime pellicole dirette da Ninì Grassia, completamente identica alla gran parte delle altre. Sostanzialmente la sua carriera si è divisa in due netti tronconi: gli esordi con i melodrammoni (e Nino D'Angelo sulla cresta dell'onda) e le successive produzioni softcore miserrime. Questo T'amo e t'amerò è un ritorno alla prima fase, con un protagonista aggiornato ai tempi (il cantante neomelodico napoletano Luciano Caldore, celeberrimo nella sua zona e totale sconosciuto nel resto d'Italia - e del mondo) e i soliti, vecchi meccanismi a regolare la 'sceneggiatura di ferro' (è sarcastico, nel caso vi fossero dubbi) partorita dallo stesso Grassia, che oltrettutto si occupa anche della colonna sonora insieme a Enzo Rossi. In pratica: squattrinato marpioncello partenopeo con la sola passione per la musica arriva al successo dopo qualche disgrazia e non solo batte la sfiga più nera e tremenda, ma proprio la umilia diventando famoso, ricco e ingroppandosi la belloccia di turno. Che stavolta non è la solita bellezza della porta accanto che si beccava Nino D'Angelo quindici anni prima; no: a Caldore viene riservata nientemeno che Barbara Chiappini, bellezza a dir poco vistosa - nel bene e nel male dell'accezione di quest'aggettivo. Andrea Roncato e la soubrette televisiva Francesca Rettondini sono gli altri due elementi portanti del cast, insieme - e qui si arriva quasi al sublime - a  Solange impegnato in un cameo e al sosia di Craxi (!) Pierluigi Zerbinati, che all'epoca spopolava al Bagaglino. Trash non particolarmente elaborato, ma pur sempre gustoso trash. 1,5/10.

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