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Dreamer - La strada per la vittoria

Regia di John Gatins vedi scheda film

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La recensione su Dreamer - La strada per la vittoria

di FilmTv Rivista
4 stelle

Dreamer, sognatore, Soñador. Quest’ultimo è il nome nuovo (second chance...) di Sonya, puledra dalla carriera compromessa da un incidente ma riscattata dalla volontà ferrea della solita, pervicace, insopportabile Dakota Fanning. Che, nei panni di Cale, figlia di un ex fantino celebre, ora costretto al ritiro, sogna di portare la cavalla a vincere la Breeders’ Cup Classic. Suo padre, Ben, per amor suo, ce la mette davvero tutta per realizzare i suoi desideri. Come se volesse rinverdire i fasti dell’indimenticabile interpretazione petulante di La guerra dei mondi (sapientemente sbertucciata in Scary Movie 4), la non più piccola attrice torna in questa sorta di versione sdolcinata, ma senza la stessa perizia registica, di Seabiscuit, con Kurt Russell al posto di Jeff Bridges. Dreamer non fa altro che riproporre l’ennesima favola di caduta e riscatto d’ambientazione sportiva, senza aggiungere alcun elemento di novità a un sottogenere che invece avrebbe una propria dignità. Non si critica qui tanto la mancanza di realismo, quanto la fiacchezza nel raccontare una dorata storia di trionfo della volontà. Che si tratti di un ex pugile, o allenatore, o come qui, di una cavalla ronzinante, poco importa; chi vuole, ottiene, anche oltre ogni verosimiglianza e con la ricomposizione di ogni strappo, anche emotivo e familiare, come qui il rapporto padre-figlio (Russell, Kristofferson: cosa ci fate qui???). Sogneremmo un cinema in cui ogni tanto si perde, ma fa lo stesso. Storie che non hanno bisogno di appigliarsi a vicende realmente avvenute per fare presa sul pubblico. Sogneremmo tutto tranne pellicole concepite per il sabato sera in famiglia e progettate ad hoc per riempire tasselli di curriculum; perché in ultima analisi - sequenze ippiche a parte (supervisionate dal veterano Rusty Hendrickson, nume tutelare dell’agonismo di Balla coi lupi e L’uomo che sussurrava ai cavalli) - la morale è questa: da oggi anche Dakota Fanning ha il suo Gran premio, il suo film “sportivo”.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 40 del 2006

Autore: Raffaella Giancristofaro

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