Regia di José Luis Merino vedi scheda film
Sottovalutatissimo war movie diretto dal non disprezzabile José Luis Merino, già regista dell'interessante western Requiem per un Gringo (1968). Un panzer tedesco e il suo equipaggio, nel corso di uno scontro armato contro gli americani pochi giorni dopo lo sbarco di Normandia, si trovano isolati in territorio francese. Non deciso ad arrendersi, soprattutto a causa del ferreo atteggiamento oltranzista del tenente che guida il plotoncino (un ottimo Stelvio Rosi, col consueto pseudonimo di Stan Cooper), l'equipaggio prende in ostaggio alcuni civili e avanza in zone controllate dai partigiani, usandoli come scudo. Intanto gli americani individuano il carro e pensano bene di metterne in circolazione uno identico, con equipaggio americano, allo scopo di sostituirsi al nemico e penetrare, in modalità cavallo di Troia, tra le linee tedesche. La trovata non avrà successo per merito del temperamento del tenente tedesco che, accortosi del proposito americano, ingaggerà una furiosa battaglia contro il carro avversario e lo farà arrestare a suon di cannonate. La fatica però non lo salverà dal fuoco amico. I tedeschi, nell'incertezza, non batteranno ciglio a falciare il giovane ufficiale che correrà verso di loro gridando il proprio nome. Epilogo tragico per un film in cui i protagonisti sono i tedeschi. Sam Peckinpah riproporrà una soluzione del genere per il suo cult a basso budget La Croce di Ferro (1977). Guarda caso anche qua si ripropone il conflitto tra due tedeschi, con uno che minaccia di mandare sotto corte marziale l'altro per insubordinazione. I capitali sono ai minimi termini e si riflettono in un cast artistico di terza fascia e, soprattutto, in costumi e armi non proprio fedeli a quelli in uso nel periodo di riferimento. Nonostante tutto, Merino confeziona un onorevole prodotto. Il ritmo è più che buono e le scene d'azione non mancano e sono messe in scena con gusto. Il regista spagnolo riesce anche a far funzionare i suoi attori e inserisce interessanti inserti erotici garantiti dalle belle gambe e dalla scollatura di Emma Costantino (una degli ostaggi), proposta col consueto pseudonimo Erna Schurer. In un breve ruolo c'è anche Guy Madison, attore spesso presente nelle produzioni che coinvolgevano Merino. Il vero mattatore è però il "nostro" Stelvio Rosi, qua grintoso e deciso. L'attore romano è ben calato nel personaggio e fornisce una delle sue migliori performance.
Si resta dunque sorpresi da un cast artistico che rende oltre le attese, non è male neppure Ruben Rojo. Merino, che firma anche la sceneggiatura, propone dialoghi calibrati, conflitti etici e il leit motiv dell'ufficiale tedesco che, per fedeltà al fuhrer, va contro pericoli assurdi mettendo a repentaglio tutto e tutti. Alla fine il soggetto è quello che è, piuttosto striminzito, ma lo sviluppo e la messa in scena sono buone.
A mio avviso è tra i migliori war movie italo-spagnoli. Da rivalutare.
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