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Viva Zapatero!

Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film

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La recensione su Viva Zapatero!

di ROTOTOM
8 stelle

Una mia amica ricopre il ruolo di Responsabile dell'Ufficio Cinema di Reggio Emilia. E' preparata, laureata in cinema, appassionata, scrive recensioni da sempre sui quotidiani della città e segue personalmente mostre e avvenimenti cinematrografici. Una professionista, nel suo piccolo. I cinema di Reggio Emilia, multiplex esclusi, sono tutti di proprietà di un unico personaggio, influente e ricco. Alla mia amica non è stata pubblicata una recensione di un film perchè nell'articolo aveva espresso la sua perplessità di fronte ad un impianto di riscaldamento le cui ventole rumorose disturbavano la visione del film in uno di questi cinema. Il ricco personaggio influente non avrebbe gradito una tale dichiarazione, questa la spiegazione del taglio del pezzo. Il documentario di Sabina Guzzanti ci riporta indietro di 60 anni all'epoca del cinegiornale che riferiva sul fascismo, sulla guerra, nel buio delle sale scorreva su schermo gigante l'inizio della fine. La storia è una ruota che si modernizza ma che batte sempre, prima o poi sullo stesso chiodo. Ora che abbiamo una non-televisione, una non -informazione, per avere notizie vere, per ficcare la testa dove la cortina di nulla ci impedisce di vedere, bisogna ritornare a pagare il biglietto e cercare di capire come siamo potuti arrivare a questo. Come ci siamo arrivati, è il nodo, dopo la caduta del fascismo, dopo il disastro era la domanda principe. Non ci cascheremo più, era la speranzosa bugia del tempo, ma la ruota gira. Come quindi? Man mano che il regime cresceva diminuiva la libertà dei cittadini, il potere veniva progressivamente accentrato nelle mani di un uomo solo che provvedeva, nell'ignoranza e nella confusione di un popolo appena risollevatosi da una disastrosa 1° guerra mondiale ad promulgare leggi che impedissero a chiunque di esercitare i propri diritti, primo su tutti, mediante l'intimidazione fisica delle cosiddette "squadracce", la libertà di stampa, di parola, di opinione :le prime a cadere. Raiot, tutti sanno cosa sia successo, Biagi tutti sanno che fine abbia fatto, Luttazzi tutti sanno cosa gli hanno fatto, Grillo, Fo, Santoro ecc ecc. O forse no. Sabina Guzzanti aveva un programma, di satira come è sempre stata fatta dalla TV di stato denominata RAI, chi ricorda L'ottavo nano, Avanzi, Tunnel, Pippo kennedy show e via dicendo non può non ammetere che fosse divertente, che fosse satira, CHE CI FOSSE. Raiot è stato soppresso dopo la prima puntata e mai più ripreso, perchè parlava del nostro Presidente del Consiglio, padrone ufficialmente di 3 reti televisive commerciali ma in realtà, grazie alla lottizzazione del CdA RAI, anche indiretto controllore delle tre reti pubbliche. Parlava di come avesse fatto ad arrivare dov'è, le sue connivenze politiche, i suoi soldi spuntati da chissà dove. Dava fastidio. Viva Zapatero parla di questo, è il documentario della repressione della libertà di parola e di espressione del regime che impera ora in Italia. REGIME bisogna usarla questa parola, perchè l'uomo che accentra tutto nelle proprie mani c'è, le squadracce sono state sostituite da legioni di tirapiedi, legali, protaborse che querelano per cifre miliardarie chiunque si azzardi ad alzare la voce, vedi Luttazzi (44 miliardi di richiesta) Grillo ( 20 miliardi complessivamente), l'intimidazione fisica è stata sostituita dal burocratese che caccia i giornalisti rei di esercitare liberamente l'informazione vedi Biagi, vedi Santoro.....così cominciò. Il collage di interviste e spezzoni di spettacoli è tra il tragicomico e l'incredibile, ricalca il reportage di denuncia alla Moore, ma molto meno retorico, il valore dell'opera quindi sta siA nel contenuto sia nella forma d'impatto e il più delle volte si resta a bocca aperta non si sa se per ridere o per lo stupore. Il tragicomico cola a secchi dalle interviste ai tirapiedi a libro paga da Berlusconi piazzati strategicamente nei posti che contano che sollecitati sulla questione della chiusura del programma sciorinano una serie di farneticanti para-motivazioni di fantozziana fattura, chiusura che come professionisti dell'informazione e in osservanza della Costituzione che sancisce per tutti la libertà di parola e di opinione, avrebbero dovuto osteggiare e perseguire invece di accompagarla solidalmente al macello. L'incredibile è dipinto nei volti degli autori e degli attori di satira e giornalisti politici esteri che attenti a ciò che succede nel nostro paese PAVENTANO IL RITORNO DI UN PERICOLOSO REGIME FASCISTA. In Francia, Germania, Olanda, Inghilterra, Spagna la satira è pesantissima e rispetatta, non temuta. Vedere per credere cosa trasmettono da quelle parti. La libertà di fare informazione in Italia è a zero e si avverte in tutte le realtà, dalle più piccole alle più importanti, dove una telefonata bastava per cambiare le sorti di una notizia, prima, poco fa. Ora siamo già ai giornalisti a libro paga che hanno nel Dna cosa scrivere e cosa no, in un moto di deformazione della realtà parossistico e Orwelliano. Ora non si cancella più un programma, non si licenzia più un giornalista, ora non si fa più direttamente il dato programma e non si fa neppure fare le fotocopie dei buoni mensa a chi non è il linea con il capo del governo. Il problema è stato rimosso alla radice. Bisogna vederlo questo film, bisogna capirlo. Finchè si trova ancora in circolazione. Resta il sospetto che il materiale proposto sia una minima parte di quanto raccolto, materiale che difficilmente potrà essere reso fruibile al pubblico nella sua interezza. Si può proporre un Viva Zapatero 2. Resta il tragico sospetto che alla maggioranza dei cittadini di tutto questo non importi nulla finchè c'è il calcio, le letterine con le tette e il culo di fuori e la fiction, se domani si mangia, si beve e si tromba, se danno l'icentivo per cambiare il telefonino ogni sei mesi e la macchina ogni tre anni, va bene. Cambieranno la Costituzione, lottizzeranno la magistratura che non potrà più pronunciarsi A FAVORE DEL PROGRAMMA DELLA GUZZANTI, a scuola educazione civica non viene più fatta. Piccoli adulti crescono senza avere conoscenza dei propri diritti e doveri, questo nel documentario della Guzzanti non c'è, questo lo so io.

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