Regia di William Lustig vedi scheda film
Ottimo cult, con un protagonista unico.
Un film di genere che, girato nel 1980, oggi sarebbe potuto apparire scontato o ridicolo.
E invece è un film notevole, molto coinvolgente.
Debitore di thriller stagionati di casa nostra, ci tiene incollati alla poltrona con la fisicità e la bravura del suo protagonista, con la tensione costante (accompagnata da una colonna sonora adeguata), con gli effetti e le idee.
Sequenze dense di atmosfera non ci danno tregua, mentre veniamo a conoscenza del dramma lacerante, mai accettato né tantomeno superato, vissuto dal killer in tenera età: un marchio a fuoco che lo ha condotto all'insanità mentale e alla malvagità.
Si raggiunge l'efferatezza di Wolf Creek 2 in un'esecuzione, molto cinica e truculenta, dove gli effetti di Tom Savini fanno la loro parte, artigianali e molto efficaci.
Compare tra gli altri Caroline Munro, attrice solitamente mediocre ma dal fisico conturbante, che qui trova il personaggio su misura per lei nel ruolo della fotografa; interessante anche per il rapporto che si instaura col protagonista.
Guardate Maniac, soprattuto se amate la sostanza, il contenuto e le emozioni che certi cult di genere sanno regalare: non resterete delusi.
Al fine di evitare turbe gastroenteriche, consiglio la visione di questa pellicola ad almeno 3 ore di distanza dal pasto.
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