Regia di Eros Puglielli vedi scheda film
Un massacratore nell’ombra, un poliziotto che gli dà la caccia, un drammatico passato per entrambi, confuso in un flashback. Bravo Puglielli, che lavora sull’immagine come pochi colleghi hanno saputo fare di recente. Attraverso l’impasto cromatico e l’otturatore veloce (che permette di trasmettere con la frenesia della ripresa una certa ansia) costruisce sprazzi di inedita suspense e almeno tre sequenze di buon cinema: l’inseguimento iniziale, il triplice delitto in pieno giorno e l’omicidio della signora delle bambole, che sa di Argento vecchio stampo. Insomma, uno sguardo moderno, non scontato e lontano dalle secche videoclippare di Alex Infascelli. Poi, purtroppo, entra a gamba tesa la sceneggiatura. Personaggi dalle Psicologie Profonde che appena aprono bocca fanno ridere i polli, come nella scena in cui l’esagitato Lo Cascio accenna al suo tragicissimo passato. Dialoghi da comicità involontaria e una saturazione di situazioni che alla fine disinnesca quella suspense così ben costruita dalla regia nei primi trentacinque minuti. Occhi di cristallo è dunque un serpente che si morde la coda. E ripropone il dilemma sul thriller-horror nostrano. Finché non salterà fuori qualcuno che li sappia anche scrivere, questi film, continueremo a mangiarci le mani.
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