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La mala ordina

Regia di Fernando di Leo vedi scheda film

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La recensione su La mala ordina

di Donapinto
5 stelle

Piccolo pappone operativo sulla piazza di Milano, Luca Canali (Mario Dorf) viene ingiustamente accusato da una potente gang mafiosa d'oltreoceano di avergli sottratto un carico di droga. L'organizzazione manda a Milano i killer David Catania (Henry Silva) e Frank Webster (Woody Stroode) con l'incarico di liquidarlo.                                                                                                                 Nuovamente tratto dall'antologia di racconti noir MILANO CALIBRO 9 scritta da Giorgio Scerbanenco, LA MALA ORDINA e' il secondo capitolo di quella che viene denominata la "trilogia del Milieu", diretta da Fernando Di Leo tra il 1972 e il 1973. Questa volta rispetto al precedente MILANO CALIBRO 9 e al successivo IL BOSS, Di Leo sembra lasciar perdere annotazioni sociopolitiche e si dedica a un vero e proprio pulp ispirandosi ai modelli americani. LA MALA ORDINA e' un violento noir metropolitano talmente eccessivo e sopra le righe (ritmo, recitazione, violenza) da far quasi pensare a un tentativo di parodia del genere. Interpreti che troppo spesso sfiorano la caricatura, specie i gregari del boss don Vito Tresoldi interpretato dal bravissimo Adolfo Celi, un personaggio anch'esso che spazia tra il serio e il farsesco. Sopra le righe anche il personaggio di Adorf, una sorta di proseguo del Rocco Musco di MILANO CALIBRO 9, qui reso più sensibile e umano. Ritmo frenetico (l'avvincente e improbabilissimo inseguimento mozzafiato in auto prima e a piedi poi con tanto di parabrezza sfondato a capocciate), situazioni inverosimili (Luca Canali che entra nella tana del boss Tresoldi con una facilità estrema, lavando il pavimento con un mocio), cinismo talmente esagerato da risultare grottesco (la morte del micino nella resa dei conti finale). Noir violento, grezzo e di grana grossa (anzi, grossissima) con vicenda tutt'altro che originale, ma che in fondo si lascia seguire. Da segnalare il killer interpretato da Henry Silva, che questa volta si ricorda che di professione fa l'attore, riuscendo perlomeno a cambiare espressione di tanto in tanto.

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