Regia di Menahem Golan vedi scheda film
Modestissimo film d'azione targato Menahem Golan, anziano specialista del genere giunto ormai a fine carriera, che firma qui una delle sue opere peggiori. Nulla da salvare e a livello di copione e a livello di realizzazione tecnica.
Menahem Golan, cineasta Israeliano noto (o famigerato?) come regista ma soprattutto come produttore di modesti film d'azione anni '70 e '80 (fondò la temibilissima casa di produzioni cinematografiche “Cannon”) raschia il fondo di un barile vuoto da tempo con questo “Armstrong” (perché i distributori di casa nostra si presero la briga di aggiungere al titolo quel “Dossier: Paura” lo sa solo Dio). Tutto è qui realizzato al risparmio: dalla location che si ripete continuamente, al cast capitanato da tal Frank Zagarino, alle musiche realizzate a squilli di tromba, fin giù al reparto stuntmen, se pensiamo ad esempio alla scena in cui il protagonista vola da una finestra finendo su un furgone parcheggiato parecchi piani più in basso, e nella quale si vede lontano un km che quello che cade/vola non è il protagonista ma bensì un tizio molto più robusto e con la testa rasata! E come se quanto appena scritto, sommato a un copione assolutamente illogico/improbabile non fossero già sufficienti, persino il ritmo, notoriamente unico pregio degli action-movies fa qui difetto, con scene d'azione imbarazzanti per staticità oltre che inverosimiglianza. Ho inoltre avuto l'impressione che il film sia stato modificato, tagliato suppongo, in fase post-produttiva, senza però poi prendersi la briga di rigirare quelle scene che con il nuovo taglio non avevano più senso. Mi sovviene la scena del protagonista che sale sull'autocisterna con un kalashnikov ma quando scende dal camion ne imbraccia due (sparando con entrambe contemporaneamente, tanto per non farsi mancare niente...). Evidentemente nel mezzo doveva essere accaduto qualcosa poi tagliato. Insomma, un film da dimenticare e pure in fretta che va a posizionarsi ben al di sotto del già pauperrimo livello medio a cui Golan ci ha abituato.
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