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Kes

Regia di Ken Loach vedi scheda film

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La recensione su Kes

di steno79
9 stelle

 Possibile che questo film, uno dei più belli in assoluto di Ken Loach, regista divenuto famoso da tempo anche in Italia, non abbia ricevuto neppure un'opinione qui sul sito? La risposta è presto data: nessuno ha avuto occasione di vederlo perchè il film non è stato distribuito da noi, io ho potuto visionarlo solo scaricandolo da E-mule e non ho problemi ad ammettere che, in casi come questo, sono molto grato al "mulo" per avermi consentito di accedere ad un'opera di qualità così elevata.
Il film racconta la vicenda di Billy Casper, un ragazzino di 15 anni che vive in una città mineraria dello Yorkshire e soffre a causa della solitudine e dei maltrattamenti sia a casa che a scuola, finchè trova un senso alla propria esistenza nel prendersi cura di un uccello selvatico (in inglese si chiama "kestrel", abbreviato in kes, in italiano si dovrebbe chiamare gheppio) e nel processo di addestramento dell'animale, che sopperisce a tutte le carenze affettive del ragazzo. E' un film all'insegna di un realismo cronachistico che probabilmente deriva dalla grande scuola documentaristica britannica e che Loach avrebbe gradualmente perfezionato nelle opere successive, anche se, a mio avviso, è proprio qui che il cineasta trova i suoi accenti più sinceri, efficaci e persuasivi. E' un dramma sull'emarginazione e gli abusi subiti da certi adolescenti in famiglie disfunzionali che non può non ricordare "I 400 colpi" di Truffaut, ma che indubbiamente sarà tenuto in considerazione da altri registi che torneranno sull'argomento (soprattutto il britannico Terence Davies, ma forse perfino i Dardenne in Rosetta, film piuttosto affine con questo). Il cast, pieno di attori non professionisti diretti con scrupolo neorealistico, è decisamente all'altezza (bravo lo smilzo protagonista David Bradley, poi sparito dalla circolazione come attore) e molto bella la sobria fotografia del futuro regista Chris Menges. Film sul ruolo dell'educazione e i fallimenti che si riscontrano in sua assenza, senza cedimenti al sentimentalismo o al ricatto emotivo. La scena più bella mi è sembrata quella in cui Billy descrive l'addestramento dell'uccello in classe davanti ai compagni e a un insegnante, Mr. Welland, che riesce a vincere per una volta la sua riluttanza e a valorizzare positivamente questo suo hobby: una volta tanto, un esempio di qualcosa di positivo che la scuola può fare per i ragazzi.
VOTO 9/10

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