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Black Symphony

Regia di Pedro L. Barbero, Vicente J. Martín vedi scheda film

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La recensione su Black Symphony

di David Cronenberg
8 stelle

In un università spagnola, si susseguono efferati delitti, compiuti da un misterioso e sadico psicopatico, mascherato da: Menestrello Nero, che semina il panico anche in rete. La polizia e alcuni ragazzi dell’università, portano avanti le indagini, e vengono a scoprire che l’omicida, uccide gli studenti che ricevono i voti peggiori negli esami…
“L’ignoranza uccide”, questa la frase portante del bellissimo e affascinante splatter degli esordienti registi spagnoli: Barbero e Martin, che riescono a creare una pellicola di grande impatto e suggestione emotiva; e proprio nella suggestione, “Black Symphony”, ha il suo punto forte, considerando che, la sgangherata sceneggiatura, non può permettere grande attaccamento alla vicenda da parte dello spettatore, che invece, proprio dalla particolare e caratteristica messa in scena degli avvenimenti, si sente trasportato in un horror dai chiari sfondi sessuali, dissacranti, sadici e sadomasochisti che provocano e sconvolgono lo spettatore che si sente giudicato da un dio sapiente quanto irriverente e blasfemo, che giudica una società mediocre, stupida e ignorante come tale. Il film uscito in Italia con due anni di ritardo (a causa di un blocco della censura), in un agosto torrido che non gli permise di riscuotere successo al botteghino, fu pateticamente vittima di una contraffazione del titolo, considerato che in Italia, quello originale, poteva esser scambiato come razzista, fatto che fa riflettere… “Black Symphony”, rimane comunque un ottima prova di horror-gotico, sconvolgente e cerebrale, un film che rimarrà sicuramente nella memoria degli appassionati di genere, e perché no, forse anche in quella di quei pochi irriducibili cinefili ferragostani, che hanno preferito il cinema al mare, e che sono poi, rimasti incantati e frustrati, davanti a quella cattedrale in fiamme e davanti a quell’affascinate viso di ragazza, che ci descrive legittimamente e ineccepibilmente, guardandoci negli occhi, come una società ignorante e mediocre.

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