Espandi menu
cerca
8 Mile

Regia di Curtis Hanson vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Andreotti_Ciro

Andreotti_Ciro

Iscritto dal 23 aprile 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 8
  • Post -
  • Recensioni 342
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su 8 Mile

di Andreotti_Ciro
7 stelle

A Detroit la 8 Mile Road separa i quartieri borghesi e bianchi da quelli degradati e destinati agli abitanti di colore. Il ventenne Jimmy, soprannominato B-Rabbit è fra i pochi bianchi ad abitare nella metà sbagliata della Motor city. Jimmy desidera da sempre sfondare nel mondo dell’hip hop per affrancarsi da una condizione famigliare tutt’altro che rosea.

 

Marshall Mathers, meglio noto con lo pseudonimo di Eminem, porta in scena la sua biografia romanzandone i contorni a favore di cinepresa ma nel complesso non fallendo una trasposizione che avrebbe potuto facilmente precipitare in retorica o nel più classico dei santini a uso degli appassionati. Al contrario Curtis Hanson e il soggettista Scott Silver, recentemente tornato alla ribalta grazie alla sceneggiatura di Joker di Todd Phillips, riuscirono a metter mano alla vita del rapper di St.Joseph, Missouri, mentre lo stesso Eminem prestò il proprio volto e la propria musica, a un personaggio facilmente cucito sulle sue spalle, raccontandone la vita degradata fatta di un lavoro in fabbrica, sfide a suon di rime baciate, una madre dalle fattezze di Kim Basinger, dedita ad alcool e frequentazioni poco raccomandabili, e una carriera che non pareva avere nessun possibile sbocco. Al fianco di B - Rabbit evoluiscono un manipolo di amici provenienti dal ghetto e fra i quali spicca Mekhi Phifer, alla sua prima interpretazione di successo, che ne intravedevano le potenzialità e che per l’amico di sempre, cresciuto come loro sul lato sbagliato della 8 mile road, potevano rappresentare successo e fama. Pellicola impreziosita da una colonna sonora firmata dallo stesso Mathers che gli fruttò il premio Oscar per la miglior canzone (Lose Yourself) e storia non solamente buona a uso e consumo dei fans ma anche uno spaccato sin troppo realistico delle metropoli americane e anche per cercare di capire come grazie al Freestyle e alle sfide di rime e flow si possa sfuggire a una sorte già ampiamente segnata.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati