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War Customised

Regia di Herman Yau vedi scheda film

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La recensione su War Customised

di alan smithee
6 stelle

FAR EAST FESTIVAL 26 - CONCORSO "Action & adrenaline"

Le acque turbolente che cingono la skyline avveniristica puntellata di grattacieli agili e snelli verso il cielo, costringono una nave cargo in avaria e di proprietà anonima, a ripararsi nella baia antistante la metropoli. È li che il grande battello viene recuperato da una squadra organizzata ed efficiente di polizia di frontiera, dopo un incalzante scontro a fuoco con duello corpo a corpo tra un abile giovane poliziotto e un trafficante senza scrupoli.

Il bottino è costituito da armi sofisticate dirette ad un sedicente capo di stato africano che paga con zanne d'avorio di contrabbando e si arma per ottenere indipendenza.

Senza scrupoli, il sedicente dittatore non si fa problemi ad attaccare le forze armate per riprendersi il bottino, riuscendo nella azzardata missione.

Il capo squadra, uomo di grande coscienza ed integerrimo garante della legge, finisce afflitto da un brutto esaurimento che nemmeno la dolce consorte, poliziotta in carriera, riuscirà a debellare.

Travolto in modo irreversibile dalla crisi, toccherà al suo giovane pupillo portare avanti la missione e debellare la minaccia, riprendendosi le pericolose armi sottratte. Il cinema dell'adrenalinico e ad alto tasso di dinamismo dell' infaticabile regista action di Hong Kong, Herman Yau, uomo fisicamente storpio ma forte di un curriculum da cinquanta film all'attivo in un trentennio di cartiera quasi interamente dedicata all'action con deviazioni e svolte verso l'horror, si popola spesso di cacce al ladro che impegnano uno o più integerrimi paladini e tutori dell'ordine pubblico. Habitué del Feff e protagonista quest' anno alla 26° edizione più che mai con ben tre action nella sezione concorso, ovvero Moscow Mission, Raid on the lethal zone e War customized (giunto al Feff col titolo alternativo di "Customs Frontlines"), Herman Yau sfodera tutta la sua grinta e lo stile consolidato dirigendo un blockbuster che coniuga alla perfezione il poliziesco teso e concitato con ambizioni psicologiche e di ricerca interiore quasi sconosciute in certi filoni tradizionalmente votati al facile risultato commerciale .

Ne scaturisce un gran prodotto di intrattenimento, con scene action dirette con la consueta maestria, ben nota ai fan del talentuoso e tecnicamente ineccepibile cineasta.

Certo lo sforzo dedicato al disagio interiore del maturo coprotagonista come anche la crisi del protagonista nel momento in cui si vede morire in azione la collega segretamente sul punto di sposarla, appare da una parte coraggioso ed inconsueto, dall'altra responsabile di una deriva melodrammatica che sarebbe stato più onesto, semplice e doveroso risparmiare allo spettatore-tipo di certo cinema d'azione.

Tuttavia, se ci si concentra sulle azioni madri degli attentati e delle sparatorie contro i contrabbandieri, il film di Yau riesce ancora una volta a sbalordire per la maestria con cui il cineasta riesce ad orchestrare la dinamica irresistibile della vicenda.

Tralasciando pertanto ammirevoli ambizioni di studio introspettivo a serio rischio di credibilità, risulta plausibile perdonare svariate occasioni dedicate ad inopportune smancerie sentimentalistiche, lasciandosi invece travolgere dal più genuino climax adrenalinico di ben altra compattezza e professionalità.

Il cinema fieramente coatto ed orgogliosamente macho marchiato Yau è sinonimo e garanzia di un ottimo livello tecnico di realizzazione e certezza di trovarsi di fronte ad uno spettacolo pirotecnico quasi sempre galvanizzante. Perché il cinema di puro svago, quello manesco che permetta di fare riposare per due ore le valvole dell'intelletto, è giusto che esista e si immoli a farci trascorrere momenti di genuino intrattenimento e nulla più.

Al teatro Nuovo Giovanni da Udine gran fermento in sala alla anteprima grazie alla presenza del protagonista, il divo dell'action di Hong Kong, Nicholas Tse.

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