Regia di Frédéric Garson vedi scheda film
E’ VERAMENTE ENCOMIABILE L’IMPEGNO DEL REGISTA FRANCESE LUC BESSON NELLE VESTI DI PRODUTTORE DI GIOVANI ESORDIENTI. Potrebbe tranquillamente, considerati i suoi incassi miliardari, girare un film dietro l’altro, ed invece si prende delle lunghe pause per produrre storie, incoraggiare registi e far esordire attori, continuando ad indovinare sempre il gusto del pubblico.
Dopo la serie di film “Taxi”, un successo ai botteghini, Besson cambia tono e registro per raccontare una storia di crescita, d’amore e d’amicizia, che fa leva sui linguaggi diretti e semplici della musica e della danza per arrivare diritta al cuore degli spettatori. E l’idea che la giovane, bella e brava danzatrice India (la deb Mia Frye, che conferma il gran fiuto di Besson nello scovare e lanciare nuovi volti) sia muta sicuramente innesta in un semplice e didascalico intreccio di una storia di formazione quel “fattore x” che non guasta per “ricattare” lo spettatore spingendo sul pedale di un facile sentimentalismo.
Il regista debuttante Fred Garson deve ad anni di lavoro dietro le quinte di spot pubblicitari e videoclip il talento visivo ed i tempi giusti che fanno di “The dancer” il prodotto ad hoc per una platea di adolescenti targati “Mtv”, e di un pubblico che chiede al cinema un’ora e mezza di puro e sano svago.
Niente a che vedere con il cinema francese “spiazzante” alla Ozon, d’impegno civile e sociale alla Tavernier, di commedia intelligente alla Serrau o minimalista alla Klapisch, ma stiamo dalle parti di tanto cinema commerciale americano al quale, per fortuna, i francesi sanno contrapporre un cinema di genere meno scontano e meno stupido.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta