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Dietro le quinte

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

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La recensione su Dietro le quinte

di scandoniano
9 stelle

Charlot è un aiuto attrezzista vessato dai colleghi. Il suo riscatto avverrà come al solito con l’arrivo dell’amore. Film famoso per una scena di presunta omosessualità, che ha il valore di farci capire come è cambiato il cinema (soprattutto in merito all’argomento) in 100 anni.

 

Mentre una giovane aspirante attrice prova a entrare sul set di un film in realizzazione, il gigantesco attrezzista Golia ed il suo buffo assistente David (Chaplin), provano ad allestire al meglio le scene, non senza numerose difficoltà.

Non è la prima volta che il personaggio di Charlot si cimenta col mondo del cinema. Le rappresentazioni meta-cinematografiche erano già state messe in atto in alcune pellicole della Keystone e della Essenay. Ma in “Behind the screen” (tradotto maldestramente in “Charlot macchinista” o “Charlot operatore”, mansioni che il Nostro non svolge nel film, quindi molto meglio “Dietro le quinte”) la maturità artistica di Charlie Chaplin si evince totalmente. Non solo gag, o situazioni slapstick, bensì anche tanto fosforo in fase di sceneggiatura, con situazioni esilaranti (come il paradosso  per cui il produttore si complimenta col pigro Golia e si adira col volenteroso David). Allo stesso modo, coraggioso e inusuale per il cinema dell’epoca, il richiamo al tema dell’omosessualità (seppur presunta), nella scena del bacio tra David (che si è tolto ogni dubbio dopo aver visto la chioma fluente della collega) e l’altro aiuto attrezzista (Edna Purviance en travesti). I meccanismi coreografici sfiorano l’eccellenza. La scena finale ne anticipa numerose altre della cinematografia di Chaplin a venire.

L’importante restauro della pellicola del 2013 è stato possibile grazie al contributo del regista francese Michel Hazanavicius, da sempre chaplinista, nonchè appassionato del genere muto (come testimonia il suo “The artist”, Oscar come miglior regia nel 2012).

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