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Oppenheimer

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Oppenheimer

di barabbovich
7 stelle

Ci sono materia e spirito, particelle elementari ed intermittenze del cuore e della ragione nell'ultima, titanica fatica cinematografica di Christopher Nolan, regista abituato ormai a convivere col suo stesso culto, che ha tratto questo biopic dal libro American Prometheus, opera che ha richiesto a Kai Bird e Martin J. Sherwin una fatica di un quarto di secolo, fruttando loro il Premio Pulitzer. La storia, che si snoda nell'arco di tre ore (non tutte imprescindibili) è quella che racconta la parabola visionaria di Robert Oppenheimer (Cillian Murphy, monumentale), l'uomo che - in qualità di responsabile del progetto Manhattan - avrebbe voluto e forse potuto cambiare il mondo e mettere fine a tutte le guerre con la bomba atomica, quella che distrusse Hiroshima e Nagasaki, costringendo i giapponesi a una resa definitiva. Dalla formazione come fisico accanto a menti eccezionali come Bohr, Heisenberg, Einstein e Fermi (ma c'è anche spazio per Gödel) il film passa per i ciclopici lavori di preparazione della bomba a Los Alamos, nel New Mexico, per poi approdare al processo-farsa che vide lo stesso Oppenheimer transitare dai panni di eroe patrio alle accuse di filocomunismo e addirittura a quella di essere una spia sovietica. Ed è qui che si dipana un secondo film nel film, quello che trova nell'ammiraglio Lewis Strauss (Downey jr.), fisico autodidatta, una sorta di Salieri delle particelle, determinato a prendersi la sua vendetta contro Oppenheimer a suon di illazioni, sfruttando l'onda lunga del maccartismo. Ma è anche qui che il film, con un andirivieni temporale non sempre agile, richiederebbe lo spugnaggio dello spettatore a fine maratona cinematografica. Un neo, neppure tanto piccolo, che toglie nerbo (e qualche emozione) a un film con molti momenti da manuale, un uso semplicemente strepitoso del sonoro e un cast stellare, tutto in stato di grazia. Ma, soprattutto, un film che nel tormento del protagonista trova il proprio miracolo, spostando la figura dello scienziato da quella di un Prometeo ambizioso a quella di un uomo tormentato dai rischi e dalle conseguenze della sua impresa epocale.

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