Regia di Joel Crawford, Januel Mercado vedi scheda film
Perrito: - Sai...ho sempre avuto una sola vita, ma condividerla con te e Kitty l'ha resa davvero speciale. Magari, una vita...è abbastanza.
A ben undici anni di distanza dal primo film, torna in sala il famosissimo felino creato dalla fantasia di Giovanni Francesco Straparola e reso famoso presso il pubblico odierno da Shrek 2 della Dreamworks. Se lo spin-off originario con protagonista l'istrionico gatto con gli stivali (doppiato in lingua originale da Antonio Banderas) si posizionava come antefatto della quadrilogia sull'orco verde, "Puss in Boots: The Last Wish" è cronologicamente successivo ad essa ma è allo stesso tempo una storia a sè, slegata rispetto al capitolo precedente così come rispetto alla saga di Shrek, ad eccezione del ritorno del personaggio di Kitty Zampe di Velluto (doppiata in lingua originale da Salma Hayek), introdotta nel film del 2011. Una pellicola quindi che non richiede conoscenze pregresse sui personaggi presentati e sul contesto della trama, capace di catturare l'attenzione di spettatori di tutte le età ed estrazioni.
In questo riuscito lungometraggio, il micio titolare della storia è rimasto a corto di vite di riserva, avendone utilizzate otto delle nove canoniche. Di fronte alla possibilità della dipartita definitiva e braccato da un misterioso e inquietante cacciatore di taglie, il nostro è costretto ad appendere il mantello al chiodo e a rinunciare al proprio leggendario status di bandito ed eroe. Rifugiatosi in un primo momento presso la casa di una gattara in cui fa amicizia con il piccolo cane da terapia Perrito, viene poi a conoscenza dell'esistenza della Stella dei Desideri, una cometa dai misteriosi poteri magici precipitata in una foresta e capace, secondo una leggenda, di esaudire un unico desiderio. Deciso a riprendersi le sue nove vite e a tornare il gatto leggendario di un tempo, Gatto intende rubare la mappa in grado di condurlo alla Stella dalle mani del pericoloso Big Jack Horner, ma nel tentativo di impossessarsene si imbatte in Kitty Zampe di Velluto, una sua vecchia conoscenza con cui ebbe una turbolenta relazione e anch'ella intenta a sgraffignare l'oggetto. Inseguiti dallo stesso Jack e dalla famiglia criminale di Riccioli d'Oro e dei Tre Orsi, anch'essi interessati alla Stella dei Desideri, Gatto, Kitty e il fedele tontolone Perrito dovranno stringere una precaria alleanza e partire alla volta della Foresta Oscura, al centro della quale vi è il luogo di impatto della cometa, mentre l'oscuro cacciatore che minaccia la vita di Gatto li segue da vicino...
Se da una parte il film in questione non perde nulla in termini di simpatia e divertimento rispetto al predecessore, dall'altra è un netto miglioramento su tutti i fronti. Si nota infatti la cura messa dagli autori nello scrivere il soggetto (chiaramente ispirato a "Il settimo sigillo" di Ingmar Bergman) e nel delineare le psicologie dei personaggi, i quali finalmente escono dagli stereotipi classici del genere e acquistano un'inedita profondità, oltre al coraggio mostrato nell'affrontare tematiche "adulte" e complesse, perfino "spaventose" agli occhi dei più piccini: ci viene mostrato il lato più vulnerabile di Gatto, che qui assume una caratterizzazione assolutamente "umana" e per questo empatica e commovente, in grado di farcelo sentire vicino come mai nei precedenti film; Kitty è finalmente più della classica femme fatale, una donna forte e solitaria con le sue debolezze e i suoi fantasmi; Perrito è per Gatto quello che Ciuchino è stato per Shrek, un personaggio dolceamaro che ci mostra come anche da un passato tragico possa nascere un animo puro e spontaneo, capace di migliorare chi gli sta intorno con la sua sola presenza; la famiglia di Riccioli d'Oro e dei Tre Orsi ci ricorda per l'ennesima volta che la vera famiglia è quella formata dagli affetti e non dai vincoli biologici; Big Jack Horner, che è il vero "cattivo" del film, è la dimostrazione di come un'infanzia serena e un nucleo familiare amorevole non siano garanzia di una personalità virtuosa e altruista e di come alcune persone siano semplicemente irredimibili; quanto al presunto cacciatore, il grande antagonista del lungometraggio, lui è una vera forza della natura. A lui sono affidati i segmenti più orrorifici del film (e a giudicare dalle reazioni dei bambini in sala, "orrorifico" non è un aggettivo buttato lì per caso) ma anche la morale di fondo dello stesso, quel paradosso dell'acqua e dei diamanti di cui Adam Smith non riusciva a venire a capo e che fu Carl Menger a risolvere: avendo nove vite, Gatto non era in grado di apprezzare il valore di nessuna di esse fino a che non gliene è rimasta una soltanto. Convinto di essere immortale, si è dedicato alla conquista della fama e di un'effimera gloria, trascurando gli aspetti veramente importanti e durevoli della vita a favore di una condotta superficiale e avventata, rimanendo infine da solo. Soltanto di fronte alla prospettiva della mortalità e della scarsità di tempo è stato capace di apprezzare gli affetti e le amicizie che hanno reso la sua vita degna di essere vissuta.
Stilisticamente quest'opera cinematografica è una festa per gli occhi: abbandonato in parte il fotorealismo tipico dell'animazione fatta al computer, i realizzatori hanno deciso di virare su un taglio maggiormente favolistico/fiabesco e su colori dai rimandi pittorici. Molte volte si ha l'impressione di leggere un libro illustrato tipico dell'infanzia, con una sapiente fusione di animazione in 2D e 3D. Le scene d'azione sono semplicemente fantastiche, ricche di dinamismo e con uno stile che ricorda le vignette dei manga. Per concludere, la colonna sonora a tratti latineggiante accompagna bene le immagini con il giusto pathos, mentre il tono cercato e trovato dalla narrazione è a metà strada tra la rielaborazione post-moderna delle favole tipica della serie di Shrek e gli stilemi classici della tradizione popolare europea. Nel finale vi è anche spazio per un accenno ad un possibile nuovo capitolo di Shrek, il quale potrebbe già essere in pre-produzione.
"Il gatto con gli stivali 2 - L'ultimo desiderio" è sicuramente una delle sorprese positive del cinema d'animazione targato 2022 e, pur avendo incassato al botteghino la metà di quanto registrato dal capostipite, è un film di gran lunga migliore del precedente oltreché il punto più alto raggiunto dalla saga di Shrek dai tempi dei primi due insuperabili capitoli tra serie principale e spin-offs. Mica male per un piccolo gatto con gli stivali.
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