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Alta fedeltà

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Alta fedeltà

di scandoniano
4 stelle

Rob (John Cusack) è un commerciante di dischi elitari, pezzi unici per collezionisti o appassionati dei gruppi più improbabili. Intorno al suo negozio gravitano i clienti più strani, ma ancora più atipici sono i suoi collaboratori, tra cui un Jack Black al top. Il problema di Rob è l’amore: dall’età di 14 anni, per un motivo o per un altro, non riesce a legare seriamente con nessuna. Ad inizio film Rob tronca anche con Laura, che sembrava invece essere quella giusta. Rob ragiona per “top five”: ogni cosa è una compilation, una classifica in cui selezionare i top della sua vita. Risalendo alla “top five” della sua vita amorosa, egli capisce che la ragazza che ha appena lasciato è preoprio quella giusta; purtroppo però lei si è già impegnata con Ray (Tim Robbins). Il negozio di dischi, grande metafora del suo ego, lascerà il posto ad un’attività diversa (che, sempre metaforicamente, rappresenta l’amore): un’attività più redditizia, più autorevole, certamente più capace di far riflettere Rob sul senso della propria vita. L’alta fedeltà alle proprie passioni diviene alta fedeltà verso i sentimenti…
Il film di Frears, “Alta fedeltà” è noioso e lento, tedioso per il suo trascinarsi stancamente verso il finale; in particolare il continuo parlare di Cusack alla cinepresa, a mo’ di racconto autobiografico è una stucchevole pratica che rende il tutto ancora più pesante. Si salva solo Jack Black, destinato ad una carriera giustamente di successo, e l’addetto al casting, che lancia per la prima volta sul grande schermo Catherine Zeta-Jones.

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