Un tortuoso piano sequenza lungo i corridoi della affollata metro berlinese, ci accompagna da un presente caotico ad un inquietante passato di un primo trentennio del '900 in cui la Repubblica di Weimar sta scricchiolando sotto le spinte di un nazismo che incanta le masse.
Poi un montaggio sfrenato che alterna immagini di repertorio di quei primi anni '30 a ricostruzioni scenografiche d'ambiente rese realistiche anche grazie ad una fotografia sgranata e scientemente approssimativa, ci introducono la figura del protagonista Fabian, e dei due individui che più hanno influenzato la vita del ragazzo in quei turbolenti anni di cambiamento.
Jakob Fabian (Tom Schilling) lavora come pubblicitario presso una azienda produttrice di sigarette, e di notte ritrova stimoli e voglia di vivere frequentando locali notturni e bordelli di fiducia.
L'amore per la bella attrice Cornelia (Saskia Rosendahl), e l'amicizia più che salda con l'intellettuale deluso Stephan Labude (Albrecht Schuch) scuotono, almeno in parte, queste abitudini notturne da bohemien vizioso ribelle di cui si nutre il ragazzo.
Quando la saggezza giunge in soccorso del giovane Fabian, che abbandona la vita godereccia per dimostrarsi finalmente sensibile al dramma della nascente dominazione nazista, in realtà è troppo tardi: per il paese, e per lui stesso, vittima di un gesto eroico e di cuore che nasce più da un istinto epidermico che da una imminente desiderio di giustizia.
Il nuovo lavoro del regista tedesco Dominik Graf inizia accelerando, tra movimento di corpi ed elaborazioni scenografiche esplosive e di effetto straniante, quasi stroboscopico, ed un epilogo decisamente più melodrammatico e lineare, in cui diviene palese come la vita riservi spesso reazioni e destini di vita per cui è sufficiente un gesto istintivo intrapreso senza nemmeno rifletterci sopra, per condizionate vite, affetti, unità e serenità familiari.
Il film, lungo tre ore e presentato in Concorso alla Berlinale 2022, è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Erik Kastner, e vanta un cast importante in cui predominano i tre attori impegnati a rendere con credibilità e coerente tormento, le gesta dei tre personaggi principali, tra i quali svetta il Fabian tormentato e borghese che desidera osservare dall'alto un mondo che non comprende mentre il Reich inizia a prender forma.
Dei tre protagonisti solo la bella Cornelia saprà approfittare del talento e della bellezza che una madre natura benevola gli ha regalato per poter sfondare come attrice.
I due uomini verranno schiacciati, uno (l'aristcratico, colto ed ambizioso Stephan) da una infamia che lo devasta in modo irrecuperabile, sino al punto di fargli compiere un gesto definitivo, mentre il nostro Fabian uscirà di scena da eroe mancato per un soffio, titolare come intuisce solo lo spettatore di un gesto di estremo assai generoso ed eroico, quanto inosservato e destinato all'oblio.
Nel cast perfetto già citato, spicca per notorietà ed espressività quel faccia d'angelo di Tom Schilling, conosciuto ragazzo ai tempi di Oh boy - Un caffè a Berlino del 2012, e ritrovato anni dopo mattatore nell'opera fiume di Florian Henckel von Donnersmarck, Opera senza autore.
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