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Cugini

Regia di Joel Schumacher vedi scheda film

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La recensione su Cugini

di degoffro
6 stelle

Vedendo o rivedendo con maggiore consapevolezza i primi film di Joel Schumacher ci si rende conto di quanto il regista, con gli anni, si sia appassito. Non che sia mai stato un fulmine di guerra, ma quanto meno un discreto artigiano. Si prenda per esempio questo "Cugini" remake dichiarato del felice "Cugino, cugina" di Jean Charles Tacchella, tanto piaciuto agli americani che gli diedero ben tre nomination all'Oscar (miglior film straniero, migliore sceneggiatura e migliore attrice protagonista). Di fatto è una commedia romantico matrimoniale, nulla più, la sola nell'eclettico curriculum del regista, visto che "Scelta d'amore" punta dritto e sfacciato al melo più convenzionale. Oggi potrebbe ribattezzarsi "Tre matrimoni e un funerale". "Cugini" funziona discretamente pur tra i suoi molteplici stereotipi, evidenti difetti e cadute di gusto (la sequenza in cui il personaggio di Sean Young si mette a ballare davanti al protagonista per ingelosirlo è piuttosto bruttina ed irritante), la morale scontata ("Non vuoi avere successo?" chiede Maria a Larry che risponde "No, voglio essere felice!") e le facili macchiette (i due coniugi dei protagonisti, il figlio ed il padre di Larry complici principalmente nelle questioni di sesso, la madre di Maria, anche se è irresistibile la vecchia zia Sofia, vedova sempre vestita di nero, pronta a polemizzare ad ogni occasione tanto che, a proposito dello stravagante vestito con cui la moglie di Larry si presenta ad un matrimonio, dice che sarebbe perfetto per le nozze di una battona e che nel finale, di fronte all'ennesima situazione che capovolge quello che ai suoi occhi dovrebbe essere il normale ordine delle cose, si porta via esasperata il regalo fatto agli sposi). Scritto piuttosto bene da Stephen Metcalfe (lo stesso anno ha firmato, da una sua piece, il copione di "Jacknife" con Robert De Niro), il film può contare su un ritmo brillante, una storia arcinota ma ben orchestrata (due coniugi traditi fingono una relazione tra loro per ingelosire i rispettivi partner, salvo poi innamorarsi per davvero) e soprattutto su una coppia di protagonisti davvero in forma. Ted Danson, all'epoca reduce dal successo di "Tre scapoli e un bebé" è perfetto per la parte di Larry, uno che, a detta di suo zio, "è un fallimento su tutti i campi, però sa vivere!" ma è la mai più così radiosa e splendente Isabella Rossellini a dominare la scena con un sorriso ed uno sguardo che ammaliano. Vista la caratterizzazione volutamente superficiale e poco simpatica dei due rispettivi partner, interpretati da Sean Young, donna in carriera e William Petersen rivenditore di auto con un forte debole per l'altro sesso, il lieto fine, tra inevitabili rinvii e ovvi contrattempi, è ultra annunciato, ma non disprezzabile, condotto in porto con una certa eleganza e un consolidato mestiere. Ci sono poi almeno due momenti piuttosto esilaranti ed inattesi: il corso di danza di Larry frequentato da persone ultra ottantenni particolarmente entusiaste ed il filmino matrimoniale realizzato dal figlio di Larry in cui, sulle note di "Happy days" e in un frenetico montaggio, scorrono le immagini degli episodi più stravaganti e segreti della festa (compreso il tradimento dei coniugi di Larry e Maria). Piccola parte, non proprio esaltante, per Lloyd Bridges nei panni dell'anziano padre di Larry. L'attore però ha un paio di battute da ricordare. Appena arrivato al funerale del fratello, per giustificarsi del fatto che si mantiene lontano dal luogo in cui il fratello verrà seppellito, dice: "Alla mia età è meglio non avvicinarsi troppo a una fossa!". Per convincere il figlio a non perdere il treno con Maria sostiene: "Ti è stata concessa una sola vita: sta a te viverla da pollo o mangiare il pollo con l'insalata!" C'è infine una bella verità pronunciata da Larry a proposito della sua relazione con Maria: "Agli uomini e alle donne, quando si è sposati, è concesso di essere amici solo in mezzo agli altri!". Da menzionare infine un'ironica citazione da "Il laureato": se in quel film al protagonista Benjamin veniva detto che "il futuro è nella plastica", a Larry, incapace di tenere un lavoro fisso per più di un paio di anni, viene profetizzato dallo zio che "il futuro è nell'immondizia". Decisamente una prospettiva quanto meno curiosa ed originale. Gradevole senza essere stucchevole. Musiche di Angelo Badalamenti.

Voto: 6 e mezzo.

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