Regia di Kerry Harris vedi scheda film
Debutto nel lungometraggio supportato in produzione da Lin Shaye, attrice votata al genere horror, negli ultimi anni presenza fissa in titoli di scarsa qualità.
Dopo aver precocemente perso la moglie Becky (Jules Willcox), il musicista Luke (Henry Thomas) trova in Gail (Radha Mitchell) una nuova compagna. Decide di passare un week end, assieme al piccolo figlio Josh (Finlay Wojtak-Hissong) e Gail, in una casa di proprietà isolata nella foresta, proprio all'interno della quale Becky è morta. Una chiamata inattesa sconvolge i piani di Luke, dato che - per lavoro - è costretto a partire, lasciando soli Gail e Josh. Il bambino, tormentato da sogni spaventosi, è mal disposto nei confronti della nuova compagna del padre, nonostante Gail faccia di tutto per attirare la sua simpatia. Durante una passeggiata, i due incontrano Ruth (Lin Shaye), una solitaria anziana che vende oggetti fatti a mano, con ampia dotazione di "dreamcatchers" (acchiappasogni di origine indiana). Josh, affascinato, approfitta della distrazione di Ruth per rubarne uno. Da quel momento la situazione degenera. Apparentemente i sogni di Josh appaiono più tranquilli, pur sempre animati dalla presenza dello spettro materno. L'oggetto trafugato da Josh, in passato regalato da Ruth al nipote Noè, sembra essere maledetto: la morte di Becky è infatti stata causata dall'aggressione - con ascia - del piccolo Noè, dopo aver ricevuto il dreamcatcher.
Appassionato del cinema di David Cronenberg, come testimoniano due brevi videointerviste realizzate nel 1998, Kerry Harris prima di arrivare a produrre (con il supporto di Lin Shaye), scrivere e dirigere questo primo lungometraggio, ha un breve trascorso nella direzione di serie televisive. Trascorso che gli permette di applicarsi con certa preparazione alla regia di un lungometraggio.
Dreamkatcher, anche se catalogato come horror, affronta il delicato tema delle famiglie "allargate" e punta tutto sull'impatto psicologico del piccolo protagonista, del tutto sconvolto per la perdita della madre e turbato per la presenza di una "rivale", che mai potrà prenderne il posto. L'oggetto maledetto, che passa di mano in mano come evidenziato nel corto epilogo prima dei titoli di coda, contribuisce a definire una sceneggiatura di genere, ma allo spettatore resta l'alternativa del dramma, con plausibile lettura realistica. Questo è un pregio del film, ovvero la capacità di sopperire a scene spettacolari con una storia in parte verosimile.
Harris affronta quindi l'horror con cautela, evitando il grand guignol e gli effetti speciali, sembrando quasi intimorito nei confronti del genere. Lin Shaye, ormai presenza fissa in produzioni di scarsa qualità, tenta di distaccarsi dai classici ruoli, ossia cliché di anziana esaurita e psicologicamente instabile, per interpretare qui un personaggio inserito però con certa forzatura: non ha ovviamente logica, né credibilità, un negozio sperduto nel mezzo di una foresta, né si comprende in che maniera la stessa proprietaria riesca a sopravvivere. Soprassedendo su queste approssimazioni della sceneggiatura, Dreamkatcher ha un suo senso e finisce per essere un film angosciante, pervaso da un taglio drammatico e generalista, che potrebbe coinvolgere - più che l'appassionato di film horror - un pubblico eterogeneo.
"Dì a tuo figlio che è bello e ha gli occhi pieni di colori, portalo a vedere i prati quando fioriscono e leggigli un libro prima di dormire. Incoraggialo anche a scrivere poesie e spiegagli come si fa a cancellare il “giammai” e allungare a dismisura le sillabe e gli spazi del “si può”. E se è un sognatore insegnagli a fare le prime passeggiate sulle nuvole. E soprattutto ascoltalo quando il vento degli anni è più forte e si porta via le parole e le certezze." (Fabrizio Caramagna)
F.P. 28/06/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 85'17") - Data del rilascio: USA, 27/04/2020; Russia, 16/07/2020; Nuova Zelanda, 06/08/2020; Regno Unito: 01/09/2020
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