Regia di Pier Francesco Pingitore vedi scheda film
Il tema della difficoltà di reperire la casa era già stato sfruttato da Totò in almeno due film (rispettivamente del 1949 e del 1959), cioè "Totò cerca casa" e "Arrangiatevi!". Nel primo la famiglia del protagonista finiva prima in un cimitero e poi in una scuola, mentre nel secondo addirittura in un appena dismesso bordello. Qui Pippo Franco affronta – per modo di dire – un tema che ancora oggi è più che mai attuale. Nel film di Pingitore vi è indubbiamente qualche accenno interessante, come la descrizione dell’esecuzione dello sfratto con la forza pubblica, dove spesso la tragedia confina con la farsa, anche grazie all’italica arte d’arrangiarsi. Il tono generale del film, però, è abbastanza anodino, e nonostante la presenza di comici di vaglia (lo stesso Pippo Franco, Bombolo, Cannavale), si ride poco. (16 giugno 2008)
Mario Stroppaghetti, disoccupato e con a carico famiglia composta da moglie, tre figli e un padre rimbambito, subisce lo sfratto con forza pubblica e viene buttato fuori di casa. Recatosi all’ufficio comunale per l’assegnazione delle case popolari, il pover’uomo ottiene la promessa di un alloggio, in cambio di una bustarella di tre milioni di lire. In realtà, l’autore della proposta non è un funzionario del comune, ma un astuto truffatore: la famiglia Stroppaghetti sarà di nuovo cacciata e finirà prima ad alloggiare su un autobus, poi in un cimitero e infine nei cassonetti dell’immondizia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta