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Phenomena

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su Phenomena

di Furetto60
6 stelle

Ibrido tra thriller e horror, questo film di Argento è notevole sul piano visivo, carente e del tutto inverosimile sul piano narrativo.

Sulle incantevoli alpi svizzere, nel cantone tedesco, una giovane turista danese si smarrisce nei boschi e perde l’autobus; spaventata e infreddolita cerca rifugio in una baita non molto lontana dalla fermata e li viene barbaramente uccisa da un killer misterioso; non la prima né l’ultima di una serie di vittime. La giovanissima americana Jennifer Corvino, figlia dell’idolatrato attore Paul, è studentessa presso un prestigioso collegio femminile, proprio nella zona teatro di questi efferati delitti. Jennifer è un tipo piuttosto strano, ha empatia per gli animali poca per le persone e addirittura è in grado di comunicare telepaticamente con gli insetti, che peraltro adora, ricambiata; affetta da sonnambulismo, una notte mentre cammina sul cornicione dell’istituto, in uno stato di dormiveglia, assiste all’omicidio di una compagna e intravede l’assassino. Si ritrova catapultato suo malgrado nella vicenda, braccata dal misterioso killer, ostracizzata dalle compagne e maltrattata dalla perfida direttrice, la giovane trova conforto nell’ amicizia con un entomologo paraplegico, che vive nei paraggi in compagnia del suo scimpanzé

Difficile da catalogare "Phenomena" è uno dei maggiori successi commerciali di Dario Argento e conferma le  sue straordinarie virtù tecniche, Dario è un cineasta che sa muovere la Mdp con grande maestria; qui costruisce una sofisticata fiaba "dark", utilizzando la sua grande capacità di inventare scenari ansiogeni e ricchi di tensione; il regista romano mette la natura al centro della scena, riversando a piene mani il suo talento visionario, alternando immagini  affascinanti e atmosfere estremamente suggestive ad altre raccapriccianti e disgustose, che ben si coniugano con la martellante colonna sonora, in un sontuoso “tourbillon” di effetti speciali e scene da Grand Guignol; tuttavia il film dal punto di vista concettuale e della logica narrativa, sbanda e deraglia pericolosamente, si pensi al confuso finale; ciò che è debole in questo lavoro è proprio la scrittura, i dialoghi sono scialbi e ci sono tempi morti. Dario Argento ha firmato dei gialli avvincenti e innovativi nel corso degli anni Settanta, film rimasti nell’immaginario collettivo degli appassionati di “noir” poi forse in crisi creativa, ha voluto “svoltare” cambiando genere e così dal thriller è passato all’horror con risultati altalenanti. Questo prodotto cinematografico ibrido e come già detto non classificabile, può non piacere, ma certo non lascia indifferenti.

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