Regia di Makoto Shinkai vedi scheda film
Makoto Shinkai è, aihmè, un bluff. Weathering with You - La ragazza del tempo, suo ultimo film ne è la conferma ed ha addirittura toccato il patetico. Perchè era un film "più libero", a detta sua (visto che prendeva le distanze da Your name dove era sceso a compromessi), e aveva tutto per dimostrarlo.
Shinkai è maniaco dell'immagine, lo si vede nelle inquadrature, nel riempire lo schermo di dettagli, che sono morti, però. Non c'è nulla di inventato, o meglio ancora, "disegnato." Questo è uno dei tanti punti dolenti di questo regista: un copia incolla della realtà, quel fotorealismo luccicante, in alta definizione, che uccide l'animazione. Malattia che ha infettato un pò tutta questa arte da 20 anni a questa parte e che Shinkai è il massimo esponenziale.
Perfino i critici ci cascano, parlando di cultura giapponese rappresentata (quale? dove?) al suo massimo splendore!
La storia (?) è un pretesto flebile per portare a piagnistei inutili e senza motivo (piaga che affliggeva ancor più Your name) spacciando per amore una storiella tra due pesonaggi senza spessore, senza caratterizzazione, lui e soprattutto lei, ragazza dalle doti particolari: far tornare il bel tempo ponendo fine alla poggia.
Dopo 67 minuti esatti, il protagonista Hodaka prega, implara Dio di lasciali vivere, in quella maniera umile e semplice che il regista Shinkai avrebbe dovuto mostrarci in quell'ora precedente ma che si è dimenticato di fare.
Scelte inspiegabili (perchè nessuno ferma il ragazzo che corre sui binari), buchi (perchè la ragazza scompare in quegli anni lasciando il ragazzo?), strizzatine d'occhio ad otaku in cerca di rossore (le solite battutine sulle tette con conseguente vergogna) completano il resto.
Lo si paragona a Miyazaki ma abbiate pietà, certe cose non si possono leggere. La poetica di maetri come Miyazaki, o meglio ancora Takahata, è lontana anni luce e non sto qui a fare l'elenco di registi "apparentemente televisivi" di un tempo, sarebbe lunga: loro inventavano, stupivano, e stupiscono, creano e non copiano. Immaginano, sognano. Ci ha provato anche Shinkai con "Viaggio verso Agartha", dove la sua creatività avrebbe dovuto fare sfracelli, ed invece ha dimostrato che non era il suo forte, inventare.
I tempi di "La voce delle stelle" sono lontani, quando aveva illuso tanti della nascita di un nuovo maestro in questo ventennio povero di maestri.
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