Regia di Mariano Laurenti vedi scheda film
Prodottino comico-erotico di valore praticamente nullo di quelli che Laurenti sfornava in quegli anni in quantità industriali.
Nella seconda metà degli anni '70 il cinema italiano incominciava quella che a posteriori può definirsi come la propria lunga e inarrestabile discesa verso le serie minori del cinema mondiale. La commedia in particolare, uno dei pilastri dei decenni precedenti, sprofondò in un baratro di superficialità e cattivo gusto con dozzine di film scollacciati e guardoni prodotti ogni anno. Mariano Laurenti, regista di questo “La compagna di banco” fu insieme a Michele Massimo Tarantini il padre di tale sottogenere, e seppure i suoi film erano leggermente meno scadenti a livello tecnico rispetto a quelli di Tarantini, parliamo sempre e comunque di pellicole di valore presso a poco nullo dove solo l'occasionale bravura di uno o più interpreti poteva essere rimarcata come positiva. In questo caso avrebbe potuto essere Banfi, ma la sua è solo una particina di contorno. Florilegio di pubblicità spudorate più che occulte, fra le quali spiccano per sfacciataggine Crodino, il bagnoschiuma Vidal, Punt&Mes e Pejo. A voler trovare a forza un punto a favore del film: Nikki Gentile, comprimaria ma grande gnoccona che da quattro punti e due scope alla protagonista, la recentemente scomparsa Lilli Carati.
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