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Martin Eden

Regia di Pietro Marcello vedi scheda film

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La recensione su Martin Eden

di tobanis
4 stelle

Come film ispirato dal libro, è improponibile. Come film in sè, non mi è piaciuto, o molto poco.

Avevo da poco finito la lettura del romanzo di Jack London ed ero curioso di vedere questo film, fermo restando che di solito il libro è sempre meglio del film, e questo lo metti in preventivo. In questo caso il confronto è impietoso, su tutti i livelli. Il film premette subito di essersi ispirato al romanzo, ma di non essere la trasposizione dello stesso. Ok, il confronto rimane impietoso lo stesso. Il tutto passa dalla California a Napoli (il regista poi si soffermerà su volti e visi napoletani, ogni tanto, con scopi per me oscuri). Il protagonista è sbagliato come attore, in quanto Marinelli ha ben poco del Martin Eden cartaceo…poco credibile diciamo. La Ruth ci sta, è interessante, molti altri personaggi sono errati; Brissenden, uno dei personaggi più belli del libro, il ricco poeta disilluso, nel romanzo è un ragazzo, qua un anziano….ma vabbè, dicendo che è liberamente tratto, tutto si può fare, e dunque io dico, liberamente, che davanti al mezzo capolavoro di London, questo film ci fa una brutta figura, lontano in maniera siderale, anche come atmosfera, profondità, passione, conflitti etc. Chiuso questo capitolo, allora, vediamo il film in sé: non mi è piaciuto. Dato che darò 4, anzi, rimango sorpreso dall’ampia promozione ricevuta da FilmTV (non da Gianni Canova, se non sbaglio), promozione peraltro avuta dalla critica in generale, dato che poi a Venezia Marinelli ha pure vinto come migliore attore (sia chiaro, è un bravo attore, il Marinelli, ma non lo ricorderò per questo film, personalmente). Per dirla tutta, a Venezia non regge il confronto con il Brad Pitt di Ad astra, in quella edizione; pensando che c’era anche il Joaquin Phoenix di Joker viene da pensare male della giuria, presieduta da Lucrecia Martel…e c’era pure Adam Driver con Storia di un matrimonio…ma dai…e aspetta, pure dei fantastici Dujardin e Garrel in L’ufficiale e la spia….liberamente dico che Marinelli veniva dopo tutti questi, a mio parere. Ma in generale, questo malriuscito Bignami di Martin Eden (liberamente tratto) non mi ha convinto, quasi in nulla. Pubblico molto più benevolo, sul sette. Me ne farò una ragione, e a tutti consiglio invece di leggere London…tutto London, in effetti.

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