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Bel ami

Regia di Sandro Bolchi vedi scheda film

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La recensione su Bel ami

di mm40
4 stelle

Georges Duroy, impiegato alla ferrovie, si butta nel giornalismo; uomo di notevole carisma, specie sulle donne, il Nostro compie una sorprendente scalata sociale nella Parigi di fine Ottocento.

L’omonimo romanzo di Guy de Maupassant, pubblicato originariamente nel 1885, costituiva un preciso spaccato sociologico della Francia contemporanea, non privo di ferocia satirica nella descrizione di tipi umani, situazioni e ambientazioni; questa pellicola dalla destinazione televisiva, uscita all’incirca un secolo più tardi e in Italia, certo non ambisce agli stessi obiettivi, ma si propone quale valida illustrazione su schermo di un intrigante testo letterario, affidata a un cast tecnico e artistico di apprezzabili professionisti. Innanzitutto ovviamente Sandro Bolchi, che oltre a curare la regia è qui accreditato come sceneggiatore, con la collaborazione di Letizia Palma; Bolchi veniva da oltre due decenni di lavori per la tv di Stato e deve essersi fatto carico di questo titolo con la massima tranquillità, nel segno dell’ordinaria amministrazione. Si tratta di un totale di oltre quattro ore di proiezione, suddivise in quattro puntate da trasmettere, come di prassi, in prima serata a favore del pubblico casalingo; fra gli interpreti in scena vale la pena di sottolineare Corrado Pani, Rada Rassimov, Arnoldo Foà, Martine Brochard, Raoul Grassilli, Caterina Boratto, nonché la giovanissima Veronica Lario in una particina. La durata smodata di questo Bel ami diluisce la trama facendo perdere naturalmente di intensità alla tenuta narrativa; messa in scena, fotografia, costumi, musiche, recitazione e quant’altro sono gestiti con mestiere e nulla più. 4/10.

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