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Agente 007. L'uomo dalla pistola d'oro

Regia di Guy Hamilton vedi scheda film

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La recensione su Agente 007. L'uomo dalla pistola d'oro

di uccio
7 stelle

Iniziamo con una considerazione. Tempo addietro guardai sulla Rai uno di quei cicli tematici composti da filotti di film proposti di solito uno a settimana; nella fattispecie quello a cui mi riferisco propose tutte le pellicole dedicate al James Bond di Sean Connery. I primi sei film della saga, partendo da Licenza di uccidere fino a Una cascata di diamanti tralasciando soltanto Al servizio segreto di Sua Maestà nel quale 007 è interpretato da George Lazenby. Ieri guardando L'Uomo dalla pistola d'oro con l'agente segreto inglese interpretato da Roger Moore avrei giurato che tutti i film dell'epoca Connery fossero decisamente più cospicui per quel che riguarda il minutaggio. Così non è, a parte forse un caso e si tratta comunque di pochi minuti.

Forse commetterò eresia dicendo che guardando tutti i film del Bond/Connery, nonostante il fascino delle ambientazioni, la fantasiosa ricerca dell'avversario colorito, la bellezza delle Bond girls, le ambientazioni esotiche, le belle auto, i vari gadget e tutto quel che più vi piace, faticavo ad arrivare alla fine del film senza provare un senso di stanchezza e stordimento. Ero convinto che quei film durassero tutti 180 minuti o più.

In realtà, a parte un'eccezione, il film con Roger Moore è più lungo di tutti quelli del suo predecessore, eppure i 125 minuti di durata del film sono scivolati via bene senza colpo ferire. A parte in un paio di casi sono stati banditi del tutto i gadget più strampalati (che comunque sono adoperati solo dal fetente di turno) mentre l'attore inglese ci presenta un Bond comunque elegante ma ben disposto ad assestare sonori ceffoni anche alla bella di turno quando la situazione lo richiede.

Rimanendo in tema bellezze c'è da dire che L'uomo dalla pistola d'oro offre due tra le Bond girls più affascinanti degli anni '70: Maud Adams (quella che piglia gli schiaffi) e Britt Ekland (che piglia comunque altro).


La trama si inserisce nel classico filone bondiano, questa volta è un singolo individuo a dare del filo da torcere all'agente 007, l'uomo dalla pistola d'oro del titolo, ovvero Francisco Scaramanga, killer infallibile interpretato da Christopher Lee (tra l'altro parente di Ian Fleming, creatore letterario di Bond). Il Servizio Segreto Inglese riceve una pallottola d'oro con sopra incisa la sigla 007, inizierà così un duello letale tra il killer e l'agente che porterà i due a Beirut, Macao, Hong Kong e in Thailandia. Ma non è solo la voglia di prevalere sul celebre agente segreto che spinge Scaramanga a questa folle lotta, in ballo ci sono come sempre forti interessi economici legati questa volta allo sfruttamento dell'energia solare.

Christopher Lee è un avversario elegante e memorabile mentre Roger Moore non mi sembra faccia rimpiangere il Bond di Connery, anzi. Forse tra i '60 e i '70 i tempi sono cambiati e Moore appare oggi più moderno (i Bond che più mi hanno divertito sono quelli di Craig tanto per dirne una).

La regia di Hamilton offre sicuramente alcune belle sequenze, su tutte quelle di inseguimento tra i canali di Hong Kong e quella tra le auto di Scaramanga e Bond con tanto di acrobazie incredibili realmente realizzate dalle troupe di stunt. Del Bond di Moore ho ancora visto poco ma la mia preferenza tra i due interpreti più celebri del personaggio va al momento a quest'ultimo.

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