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Agente 007. L'uomo dalla pistola d'oro

Regia di Guy Hamilton vedi scheda film

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La recensione su Agente 007. L'uomo dalla pistola d'oro

di giurista81
5 stelle

Rispetto ai precedenti episodi dell'agente segreto più famoso della letteratura e del cinema, in Agente 007 – L'Uomo dalla Pistola d'Oro cala sensibilmente l'articolazione dell'intreccio e anche il taglio visivo appare un po' stantio (si salva per effetto di alcune location d'effetto, tra le quali il relitto della RMS Queen Elizabeth). Thomas Mankiewicz, già sceneggiatore dei precedenti Una Cascata di Diamanti e Vivi e Lascia Morire, non inserisce grandi colpi di scena e non permette a Guy Hamilton (al suo ultimo James Bond) di spiccare. C'è un buon ritmo e ci sono sequenze decisamente accattivanti, sebbene si abbia l'impressione di essere alla visione di un film con dieci anni in più sulle spalle rispetto all'età effettiva. Tra queste si segnala il bel prologo, che sembra ispirato a I Tre dell'Operazione Drago, in cui Christopher Lee, tra specchi, visioni distorte e sagome che emergono dal nulla, gioca al gatto col topo con Marc Lawrence, che poi ritroveremo in Poliziotto Superpiù come il capo della banda sgominata da Terence Hill. Buoni anche gli inseguimenti automobilistici in quel di Hong Kong. Manca tuttavia una storia elaborata che lasci lo spettatore inchiodato alla poltroncina. Il copione è debole, più votato all'azione che al resto. Tutto è strumentale al duello finale tra James Bond (ancora interpretato da Roger Moore) e Christopher Lee (sempre grandissimo villain), tra esagerazioni (l'auto che si trasforma in aereo grazie a delle improbabili appendici o l'autovettura di Bond che si capotta in aria e poi atterra sulle ruote) e soluzioni da casa stregata del luna park innescate da un nanetto alquanto pestifero. L'idea della pistola e dei proiettili d'oro non è affatto originale, essendo già stata usata nel western fin dai tempi delle pistole col calcio d'oro utilizzate da Henry Fonda in Ultima Notte a Warlock (1959), proseguendo per L'Uomo dalla Pistola d'Oro (1965) di Alfonso Balcàzar fino a giungere a Se sei Vivo, Spara! (1967) di Giulio Questi. Da una mega produzione ci si attenderebbe qualcosa di più rispetto a un B-Movie d'azione quale sembra essere questo prodotto. Carino, ma nulla più.

 

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