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Spider-man Asylum

Regia di Jacopo Calatroni vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Spider-man Asylum

di Marco Poggi
8 stelle

Un altro bellissimo cortometraggio di Jacopo Calatroni, stavolta dedicato allo Spider-man degli anni'90/2000: quello universitario, psicologico e dark di J.M. de Matteis, creatore di gioiellini fumettistici come "L'ULTIMA CACCIA DI KRAVEN" e "IL BAMBINO DENTRO" con il secondo Goblin, Harry Osborn.

Dopo gli X-men del convincente "DISTRICT X", gli stessi cosplayer italiani, sempre con Jacopo Calatroni alla regia e come interprete principale, si dedicano ad un corto su Spider-man, supereroe portabandiera Marvel, qui "fotografato" in versione J.M. De Matteis (autore molto in voga fra gli anni'80 e 2000, per le suec saghe adukte e psicologiche che avevano a che fare con Kraven e la sua fanmiglia di folli cacciatori d'uomini, Goblin 1 e 2, May Parker e un uomo topo di nome Vemin), dove Peter Parker è uno studente universitario che piange la sua Gwen Stacy, morta a causa di Goblin, e ha una relazione con Mary Jane Watson (nei fumetti dell'epoca, Peter è addirittura sposato con lei, ma nel corto questo dettaglio non è ben specificato, anche se la rossa è al corrente dela sua doppia identità e gli copre le spalle, inventando scuse con un'invisibile May Parker). Ergo, Calatrini e soci prendono una strada differente dalla Sony e dal Marvel Cinematic Universe, e quindi dal Peter Parker degli inizi di Stan Lee, forte del fatto che non si rivolgono ad un pubblico di famiglie, ma a fan del fumetto che conoscono bene i retroscena della saga ragnesca. La scelta d'incentrare la storia sul triangolo Peter Paerker/Gwen Stacy/Mary Jane Watson (con intromissione di un quarto incomdo, il supercattivo della situazione) sarà anche classica e abusata per chi sa il fumetto, ma risulta avvincente perché è proprio questo il Peter/Spider-man che vorrei vedere al cinema. Certo, Catroni era un baby Celentano quando faceva Wolverine e lo è anche come Peter Parker, però si cala nella parte bene, nonostsnte il suo Spider-man non penzoli dagli edifici a causa della mancanza di FX, ma si limiti a qualche posa e ragno-balzo. Per una volta, gli effetti speciali passano in secondo piano per lasciar spazio ad una storia che vorrebbe essere adulta e psicologica. Bello il costume di Spider-man, azzeccate "Mary Jane" e "Gwen Stacy" (ma anche il cattivo ha il suo fascino), falsamente sfocate, ma azzeccate le immagini che fanno sembrare il tutto un sogno psichedelico del ragnesco protagonista. Ah, un'ultima cosa: qui si rovescia il cliché dei tre film di Sam Raimi dove si vedeva la donzella dai capelli rossi sempre in pericolo, respirando un'aria retrò, ma moderna allo stesso tempo. Uno Spider-man vietato ai minori di 14 anni, o adatto anche a quei ragazzini che credono che Spider-man non sia solo un giovane sparabattute, ma anche una figura tragica.

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