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Certo, certissimo, anzi... probabile

Regia di Marcello Fondato vedi scheda film

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La recensione su Certo, certissimo, anzi... probabile

di marcopolo30
4 stelle

Commedia poco fortunata nonostante la contemporanea presenza di due bellezze stratosferiche quali Catherine Spaak e Claudia Cardinale, e un soggetto per nulla disprezzabile firmato Dacia Maraini. Alla prova dei fatti latitano però sia il ritmo sia la comicità. VOTO: 4½

Marcello Fondato è stato regista e sceneggiatore specializzato in commedie. Dietro la macchina da presa esordì nel 1968 con “I protagonisti”, interessante e originalissimo dramma, per poi tornare prontamente ai territori a lui cari con questo “Certo, certissimo, anzi... probabile”. Modesto il risultato, soprattutto tenendo conto del cast di prim'ordine che gli era stato messo a disposizione. Già il poter contare contemporaneamente su Catherine Spaak e Claudia Cardinale, entrambe nel 1969 al punto zenit di carriera e bellezza, avrebbe dovuto far fare a Fondato capriole di gioia. E magari il problema è stato proprio questo, l'averne fatte troppe di capriole, trascurando così la stesura di una sceneggiatura adeguata. Anche perché, nomi forti a parte, il soggetto (di Dacia Maraini) da cui nasce il film non è per niente disprezzabile, con l'inversione per una volta dei ruoli maschio – femmina per quel che riguarda l'interesse per il sesso. Il risultato resta però un film overlungo e a tratti paurosamente noioso, nel quale le due brave e invero molto belle protagoniste si rivelano incapaci di regalare quei momenti di comicità assolutamente necessari perché una commedia risulti ben riuscita. Il nodo è proprio questo: Fondato era abituato a scrivere commedie per attori comici (ne aveva scritte per Totò e ne scriverà a bizzeffe per Bud Spencer), Catherine Spaak e (soprattutto) Claudia Cardinale non sono però attrici comiche e avrebbero quindi avuto bisogno di uno script che aiutasse maggiormente in tal senso. Tornando al cast, lo completano un Lino Banfi a inizio carriera (nel ruolo di regista di fotoromanzi), Antonio Sabato, futura icona del poliziottesco italiano, Nino Castelnuovo e John Philip Law, all'epoca fresco reduce dai successi di “Barbarella” e “Diabolik”.

 

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