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I cavalieri dalle lunghe ombre

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I cavalieri dalle lunghe ombre

di axe
7 stelle

Conclusasi la guerra di Secessione, il guerrigliero sudista Jesse James capeggiò una banda criminale con la quale condusse rapine ed altri misfatti nei territori centrali degli USA. Tra le motivazioni che spinsero alla vita da fuorilegge Jesse ed i suoi uomini, non ultima è la ricerca di una rivincita contro le istituzioni dei vincitori. Dopo una "parabola discendente", Jesse James fu ucciso a tradimento da Robert Ford, un membro di recente acquisione della sua banda. Molte furono le trasposizioni cinematografiche della storia di Jesse James e la sua banda, ed anche Walter Hill volle cimentarsi nell'impresa. Il regista statunitense racconta Jesse ed i suoi uomini nelle azioni violente, ma anche nella vita privata; racconta, altresì, della caccia spietata che gli uomini dell'agenzia investigativa Pinkerton diedero loro. L'immagine che Walter Hill dà dei banditi non è completamente negativa. Tanto sono determinati nell'esecuzione delle rapine, ben diretti e coordinati da Jesse, quanto tormentati ed incostanti nel loro intimi e nella vita privata. Percepiscono un'esistenza da banditi e da braccati - ed il conseguente rischio di doverne pagare le conseguenze, o durante un'azione predatoria, o con la cattura - come una sorte cui è impossibile sottrarsi, loro assegnata dalla Storia, che ha visto i loro ideali, nel bene e nel male tradizionalisti, soccombere sotto il violento ed inarrestabile avanzare delle istanze dei vincitori. Il già complesso contesto sociale di grandi nuclei familiari legati ad un'economia rurale, che fornisce protezione ed amicizia ai membri della banda, è nuovamente scosso dall'attività di indagine degli uomini di Pinkerton, i quali non ebbero scrupoli nel far terra bruciata intorno ai ricercati, alzando pertanto il livello dello scontro, con conseguenti spargimenti di sangue, che i vertici del gruppo hanno sempre cercato di evitare. Traspare affinità, nella ricostruzione di ambientazioni ed eventi, tra il pensiero e lo stile espressivo (uso dell'effetto rallentatore) di Walter Hill ed i medesimi di Sam Peckinpah, regista con il quale il nostro collaborò. Non c'è speranza, ne' salvezza per la banda di Jesse James; dopo aver perso sui campi di battaglia, questi uomini subiscono un'ulteriore e definitiva sconfitta; sono battuti non dalle armi, ma dalla soverchiante maggioranza numerica, dall'induzione al tradimento, e dalla spregiudicatezza di altri uomini, ignari delle regole non scritte che disciplinano un confronto onorevole e paritario. La narrazione di Walter Hill appare "asciutta" - complice un accompagnamento sonoro non onnipresente - e frammentata anche in piccoli episodi. Il racconto è ambientato tra cittadine, fattorie, boscaglie e praterie, i quali non recano che vaghe tracce dell'ormai conclusa epopea della "Conquista del West"; questi luoghi sono teatri delle vicissitudini di persone abituate alla violenza, ma in grado di conservare e difendere la loro umanità; per quanto possibile ben vestiti, cercano legami con donne e, per quanto possibile data la condione di fuorilegge, un buon rapporto con i loro conterranei. Sono stati scelti, tra gli altri, per l'interpretazione dei membri della banda legati da relazioni di parentela, i tre fratelli Carradine, i due fratelli Quaid ed i due fratelli Keach. Difficile poter dare valutazioni sulle singole prestazioni attoriali; l'alternarsi di molti personaggi sulla scena conferisce coralità al film. E di fatto, lo è. L'opera trasmette una realistica ed evocativa ricostruzione di una società americana lanciata sulla via di una modernità, la quale incede insensibile non concendendo speranze a chi non ha saputo o potuto adeguarsi ad essa.

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