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A Star Is Born

Regia di Bradley Cooper vedi scheda film

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La recensione su A Star Is Born

di michemar
7 stelle

È un vero film d’amore dove i nostri due protagonisti mi azzardo a dire che sono come Romeo e Giulietta, disposti a tutto pur di realizzare il sogno di vivere per sempre assieme, disposti a sacrificare tutto l’uno per l’altra. Due tipi certamente non conformisti ma pronti per un rapporto così totalizzante fino all’autodistruzione.

Cosa sceglie Bradley Cooper per il suo esordio dietro la macchina da presa? L’ennesimo rifacimento di una storia che ha sempre colpito gli amanti del cinema, sin dal 1937 quando si realizzò il primo film chiamato in questa maniera. In realtà si dovrebbe parlare, mentre generalmente tutti pensano appunto alla quarta versione di questo caso almeno per il titolo, di un quarto remake in quanto il capostipite di questa storia vede la luce nel 1932 sempre ad opera di un giovane George Cukor, che chiamava questa prima versione ‘A che prezzo Hollywood?’. Scrivo “ancora” Cukor perché lui ritornò nel ’54 sull’argomento con la versione forse più famosa per la presenza di due giganti come Judy Garland e James Mason. In buona sostanza diciamo che circa ogni un ventennio qualcuno nella città del cinema di Los Angeles si siede alla scrivania e ripensa alla drammatica storia di cui stiamo parlando. Infatti la Storia del Cinema ci ricorda che nel 1937 fu la volta di William A. Wellman, nel 1976 ci pensò Frank Pierson con una versione rock con due convinti Barbra Streisand e Kris Kristofferson. E oggi siamo qui a riparlarne.

 

Lady Gaga, Bradley Cooper

A Star Is Born (2018): Lady Gaga, Bradley Cooper

 

E si ripete ovviamente anche come soggetto, sia che si tratti di attori che di cantanti, sia che si tratti di palco o stadio per concerti che di schermo, soggetto che narra di una discesa artistica (ahi, com’è dura la vita degli artisti quando va male e il pubblico ti abbandona oppure quando oggi lo star system ti ritiene superato!) e il contemporaneo arrivo nel firmamento delle stelle artistiche di un nuovo fenomeno. Quindi Bradley Cooper sceglie una storia ben conosciuta, che non può sorprenderci nel suo evolversi – la vicenda ormai ci è ben nota - e in fondo possiamo anche dire che è una storia semplice. O si può anche dire complessa, perché complicata dalle vicende della vita, dai sogni che si vogliono realizzare e delle difficoltà che si incontrano. Mi ha sorpreso leggere nei giorni scorsi che il film parlava di una star della musica in caduta, invece il Jack di Bradley è un cantante di musica rock/blues ben in auge e ricco di successo che riempie tutti gli stadi con i suoi moltissimi fans. Lei è Alley, una cameriera che ha del talento, tanto talento: il problema è come farlo emergere, come farsi notare. Un plot visto e rivisto, quindi il compito principale di Cooper regista era quello di scrivere – in collaborazione del collaudato Eric Roth - qualcosa di interessante e piacevole. Devo dire che ci è riuscito almeno in parte.

 

Lady Gaga

A Star Is Born (2018): Lady Gaga

 

Chiaro che la sua è la prima esperienza da regista e lo si nota: qui e là secondo me ci sono delle imperfezioni, magari la mdp a mano è fin troppo mobile per rendere in immagini il rock che canta (lui canta discretamente, niente di eccezionale ovviamente ma se la cava eccome), comparse non perfette, sequenze dove qualcosa scricchiola (come si fa in un minuto di assenza di Ally nel bagno dell’hotel in cui Jack in solo 60 secondi è già totalmente ubriaco fino ad addormentarsi di colpo?). Insomma, è solo il suo primo passo e staremo a vedere. Ma come se la storia narrata voglia rendersi reale, la vicenda si ripete anche nell’opera cinematografica, nel senso che la presenza notevolissima di Lady Gaga (al secolo Stefani Joanne Angelina Germanotta) pian piano prende il sopravvento, si appropria del film, ma non perché questa è la sceneggiatura, ma perché lei si impone sia con la sua voce e la sua personalità di cantante in maniera potente, sia con la sua recitazione intensa, sentita, molto ben compenetrata nel ruolo. Così semplice (senza trucco forse è anche più bella) e così autorevole da lasciare sbigottiti. Aveva sì discreti crediti acquisiti con qualche altra presenza nel cinema e nella TV, ma per un impegno del genere con un ruolo da protagonista in primo piano si può parlare di un vero esordio. Prepotentemente lei ha saputo entrare nel personaggio magnificamente. Fino a emozionare gli spettatori.

 

Bradley Cooper

A Star Is Born (2018): Bradley Cooper

 

Un punto a sfavore del film potrebbe essere il fatto che la storia in fin dei conti la conosciamo bene e quindi il tragico finale non può sorprenderci, e poi anche perché è un finale abbastanza “telefonato”, direi prevedibile e inevitabile. Quando due artisti hanno strade difficilmente convergenti il finale diventa come le mitiche parallele che non si incontreranno mai (anche se io nella mia vita ho sempre tifato per due rette parallele che un giorno si incontrassero: è romantico e ribelle). Ma – e va detto! – la bravura dei due protagonisti e la forza della storia fa dimenticare la storia ben conosciuta e si arriva fino alla fine quasi inconsapevoli.

 

Bradley Cooper

A Star Is Born (2018): Bradley Cooper

 

I brani musicali son davvero molto belli, trascinanti, molto ben cantati e non rovinano lo scorrere della trama, non interrompono l’emotività, anzi sono perfino punti essenziali nei vari momenti. Altro merito della signora Germanotta! Bradley Cooper è sicuramente maturato come attore, lo vedo come un attore ormai “adulto”, nel pieno delle sue possibilità: non è più il solito ragazzone americano dei film che ben conosciamo. Come regista, beh, vedremo nel futuro. Lei invece è STRAORDINARIA e l’ho apprezzata tantissimo. Una menzione a parte va necessariamente scritta per il bravissimo Sam Elliott: poche apparizioni, le sue, ma di grande incisività, con uno sguardo che rimane nella memoria in un momento importante del film, allorquando i suoi occhi si inumidiscono per una frase affettuosa rivoltagli dal fratello Jack dopo tanti litigi. Due occhi che dicono tanto, una lezione di recitazione muta.

 

Bradley Cooper, Sam Elliott

A Star Is Born (2018): Bradley Cooper, Sam Elliott

 

Il film, ripeto, è semplice, come è semplice l’amore, quando vuol essere semplice, e l’amore qui è il filo conduttore. Ma l’amore non è sempre semplice, a volte (tante, tantissime volte) è complicato, molto. Come in questo caso. È un vero film d’amore dove i nostri due protagonisti mi azzardo a dire che sono come Romeo e Giulietta, disposti a tutto pur di realizzare il sogno di vivere per sempre assieme, disposti a sacrificare tutto l’uno per l’altra. Due tipi certamente non conformisti ma pronti per un rapporto così totalizzante fino all’autodistruzione: Jack prende infatti una decisione terminale per non ostacolare la definitiva affermazione di lei; Ally dal canto suo era pronta a rinunciare alla tanto attesa consacrazione di cantautrice di successo pur di vederlo felice e mai più sbronzo fradicio. È donazione di se stessi, è sacrificio completo, con un dolore che percorre tutto il film anche quando tutto era facile e allegro, ma con la sottile sensazione che un fiume sotterraneo chiamato dolore scorreva sotto le strade percorse. In buona sintesi un vero mélo, un mélo classico direi, dove non mancano il sentimento, la rabbia, i litigi, il sesso, l’anello rudimentale tanto romantico per chiedere di sposarsi, gli sguardi languidi e soprattutto l’innamoramento al primo colpo.

 

-          Hey!

-          Che c’è?

-          Volevo guardarti ancora una volta!

 

 

 

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Il giudizio complessivo è più che sufficiente, le attese erano tante e il film si fa vedere bene, lasciando un buon retrogusto dopo qualche giorno. Peccato solo per il doppiaggio di Lady Gaga che in alcune scene è veramente inappropriato. Per il voto direi 6 e1/2, ma devo dare *** e 1/2 che vuol dire 7.

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