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Saturday Church

Regia di Damon Cardasis vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Saturday Church

di alan smithee
5 stelle

locandina

Saturday Church (2017): locandina

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2017 - ALICE NELLA CITTA' - OUT OF COMPETITION

La storia di formazione, drammatica ed introspettivamente fiera del quattordicenne dal nome mitologico impegnativo di Ulysses, impegnato a prendere coscienza della propria "diversità sessuale" che lo rende oggetto di crudeli intolleranze a scuola, e di incomprensioni in famiglia, si sviluppa qui, per la regia dell'esordiente Damon Cardasis, sotto forma di una commedia drammatica stemperata da sipari musicali sparsi qua e là.

Una circostanza che ha spinto molta stampa ad accostarlo ad un melange strategicamente strutturato come un mix tra Moonlight e la La Land, ovvero i due film concorrenti dell'ultima tornata di Oscar, che si sono spartiti pressoché equamente.

Ulysses è sconvolto egli stesso non tanto di fronte alla gestione delle proprie pulsioni sessuali, che reprime in modo pressoché perfetto, ma piuttosto a proprosito della irresistibile attrazione che i vestiti materni esercitano sulla sua fantasia e sulla sua fgervida immaginazione.

Alla morte prematura del padre, la famiglia viene coadiuvata dal sopraggiungere in casa di una zia severa e bigotta che darà del filo da torcere al ragazzo, spingendolo alla fuga. Il suo rifugio sarà proprio la Saturday Church, una associazione a scopo mutualistico rivolta alla salvaguardia della comunità omosessuale e di tutti coloro che non godono di una propria indipendenza.

Criticare questo film è un pò come "sparare sulla croce rossa", ed è pure piuttosto inutile.

Luka Kain

Saturday Church (2017): Luka Kain

Luka Kain

Saturday Church (2017): Luka Kain

Inevitabile tuttavia rimarcare come i personaggi che popolano la vicenda, non proprio originale ma valida e piena di sano orgoglio rivendicativo, siano descritti e strutturati in modo piuttosto monocorde, tutti chiari e scuri che finiscono per delineare personaggi-figurina che definire stereotipati diviene piuttosto automatico e naturale. Specie quando si tratta di descrivere la fauna umana che popola le nuove amicizie proibite del ragazzino, nonché la figura decisamente troppo inquadrata unilateralmente della zia bigotta ed ingnorantemente irreprensibile.

Quanto ai numeri musicali, essi appaiono piacevolmente semplici, senza troppe edulcorazioni né inutili paillettes decorative; certo che le cantate in evidente payback tradiscono una certa inesperienza degli attori in tale contesto, e suggeriscono una certa superficialità nel controllo del risultato da parte di una regia forse troppo lungimirante.

Luka Kain

Saturday Church (2017): Luka Kain

Luka Kain, Regina Taylor

Saturday Church (2017): Luka Kain, Regina Taylor

Nulla toglie che il film affronti ancora una volta temi importanti ed ancora scottanti, incentrati soprattutto sulla dififcoltà che ancora oggi un ragazzo può incontrare per il semplice fatto di ritrovarsi nero e gay in una società che pare tollerante e aperta, ma che talvolta nemmeno negli Usa è ancora pronta a superare certe remore e certi odiosi e tendenziosi ostacoli mentali. 

Carino e tenero il protagonista, Luka Kain, che certo non eccede in siparietti di smorfie inutili, ma appare anzi sin troppo compassato ed inerte, soprattutto quando interviene la musica, che in ogni musical che si rispetti rappresenta l'avverarsi di un sogno od un momento in cui il protagonista si sfoga senza remore o riserve, dando voce alle proprie reali sensazioni: qui invece lo vediamo inadeguatamente sussurrare semplicemente i testi cantati, con una partecipazione che risulta inevitabilmente troppo distante, come a risultare eccessivamente intimidito.

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