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Kings

Regia di Deniz Gamze Ergüven vedi scheda film

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La recensione su Kings

di alan smithee
6 stelle

Halle Berry

Kings (2017): Halle Berry

TFF 35 - FESTA MOBILE 

Gli episodi di rivolta a Los Angeles che seguirono, nel 1992, il pestaggio furioso ed immotivato del taxista nero Rodney King da parte di una squadra di poliziotti bianchi, trovarono la miccia definitiva per una vera e propria guerra di quartiere, con l'uccisione di una ragazza quindicenne da parte di una commessa orientale di uno shop che la sorprese in atteggiamenti sospetti di furto.

Fu guerra, di quartiere, cittadina, in grado di dividere in due e creare un solco con strascichi razziali e fomentatore di intolleranze.

Vandalismi, assalti a supermercati, pestaggi indiscriminati, si susseguirono creando situazioni da coprifuoco.

Una madre single di colore con 8 figli, tra suoi ed adottati, si ritrova in balia degli eventi, sola, aiitata innextremis dal buon carattere dimostrato dall'affascinante ma controverso vicino di casa, che tuttavia riesce a mettersi da parte la fama di bislacco violento che era riuscito a costruirsi addosso con le ripetute intolleranze caratteriali manifestate in pubblico.

Al secondo film e già in zona "America" e con due star di lusso nel cast, la giovane acclamata regista turca di Mustang, Denis Gamze Ergüven si dimostra piuttosto a suo agio in terra straniera e lontana, raccontando una storia intima entro un contesto potente ed ampiamente documentato dalla cronaca.

scena

Kings (2017): scena

Halle Berry

Kings (2017): Halle Berry

E, senza nulla omettere alla drammaticità delle circostanze, la regista, come nel lodato Mustang, riesce a scalfire la serietà del contesto con note ironiche e disincantate sicuramente originali, arrischiate, sfrontate: su tutte il sogno erotico della Berry nei riguardi del grossolano ed un po' greve vicino, solo poco tempo dopo in grado di rivelare al mondo il suo più coerente ma ben celato risvolti umano.

Non tutto funziona e certi momenti solenni e melodrammatici stonano assai con la verve vitale che il film sa manifestare in altre occasioni.

Ma l'alchimia Berry/Craig, con quest'ultimo evidentemente desideroso di uscire dagli schemi bondiani e dedicarsi a personaggi strambi ma bisognosi di grande caratterizzazione, funziona piuttosto bene, in uni dei film più strani e bislacchi dell'anno, ma almeno per alcuni aspetti riuscito.

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