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Vampiro a Brooklyn

Regia di Wes Craven vedi scheda film

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La recensione su Vampiro a Brooklyn

di scandoniano
2 stelle

Nemmeno la prestazione attenta dietro la macchina da presa di un maestro del genere come Wes Craven è stata capace di edulcorare un pastone megalitico in cui Eddie Murphy interpreta un vampiro disceso tra gli umani a cercare una predestinata del vampirismo (un’Angela Bassett mai così brava). Una horror-comedy che però non è una parodia: film difficilmente inquadrabile dunque, secondo i canoni moderni, e, forse proprio per questo motivo (o per la sciattezza della storia o la banalità di alcune scene) passato nel dimenticatoio, tanto da essere diventato quasi un tappabuchi della programmazione pomeridiana delle reti minori. Unico momento davvero notevole è quando il vampiro si tramuta nel reverendo Paulie e comincia una di quelle prediche a cui Murphy ci aveva abituato in passato (in “Un principe cerca moglie”, per esempio, o nel SNL, o negli spettacoli teatrali in cui erano proprio i monologhi del futuro Professore Matto a strappare le risate più fragorose). A proposito di risate, solidarietà a Tonino Accolla, che per la prima  (e forse ultima volta in carriera) ha dovuto reprimere la sua inconfondibile e contagiosa risata, quella che ha reso famoso lui, forse ancora più che lo stesso Murphy. Poco da dire sulla trama, banale, ancora meno circa le motivazioni che possono spingere a vedere un film che è un chiaro neo nella carriera di Craven e un passaggio a vuoto (da cui ha imparato molto) in quella di Murphy.

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