Regia di Ken Loach vedi scheda film
Non il miglior Loach, ma comunque un film che val bene d'esser visto per l'ottima rappresentazione della morte del sogno rivoluzionario negli anni '30.
Ken Loach continua a muoversi e a rappresentare i deboli, quelli che non hanno voce. Questa volta però si lascia alle spalle il proletariato urbano dell'Inghilterra settentrionale per spostare l'attenzione sulla Spagna fine anni '30, quelli cioè che videro la tragica fine del sogno repubblicano a mano di Francisco Franco e delle sue armi italiane e tedesche. Ma fascisti a parte, a Loach qui preme di più mostrare il vero tradimento verso quello che era un governo democraticamente eletto a tutti gli effetti, sia da parte dei paesi occidentali, che preferirono guardare altrove piuttosto che aiutare un governo sì antifascista ma anche anticapitalista, sia da parte dell'URSS, dove con l'arrivo al potere di Stalin il vero sogno rivoluzionario era effettivamente morto. Molto istruttiva a tal proposito la scena della riunione subito dopo la conquista di un paesino, con punti di vista pro e contro la proprietà privata. Aggiungo che sfortunatamente nella medesina scena appare ben visibile e per ben due volte, in alto sullo schermo, il microfono della giraffa, errore piuttosto grossolano per una produzione di questi livelli. Indimenticabile la scena al funerale sulle note dell'Internazionale. Non il miglior film di Loach, ma comunque da non perdere.
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