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Naples '44

Regia di Francesco Patierno vedi scheda film

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La recensione su Naples '44

di nickoftime
8 stelle

Lo andiamo scrivendo da tempo e perciò almeno su queste pagine non è la prima volta e non sarà l'ultima: nel nostro paese il documentario è diventato il territorio ideale per sperimentare e mettere a punto i dispositivi cinematografici più innovativi. Basterebbe, volendo, rammentarsi della qualità dei titoli che ogni anno si aggiungono alla lista dei migliori esempi della categoria (lo scorso anno è toccato a "Bella e perduta" di Pietro Marcello) e soprattutto alle vittorie che da qualche tempo vedono il cinema del reale trionfare nei più importanti festival del mondo, com'è accaduto a Gianfranco Rosi vincitore dell'Orso d'oro 2016 con "Fuocoammare", appena scelto come candidato italiano per partecipare alla selezione dei film che si contenderanno l'Oscar per miglior lungometraggio in lingua straniera alla prossimi edizione degli Academy Awards. Una tendenza che, a pochi giorni dalla chiusura della Festa del cinema di Roma, trova conferma nella scelta di presentare nella sezione principale "Napoli '44", il nuovo lavoro che Francesco Patierno ha ricavato dalla pagine dell'omonimo libro di Norman Lewis.

Per chi non lo sapesse, Lewis arrivò in Italia nelle file dell'Esercito alleato partecipando allo sbarco di Salerno e successivamente in qualità di traduttore (la conoscenza della lingua gli veniva dall'aver sposato una donna italiana) operò nel capoluogo campano dove, grazie a quell'incarico riuscì a intensificare i contatti con la popolazione locale di cui approfondì usi, costumi e tipologie umane, così come riportato nei suoi taccuini che successivamente confluiranno nelle pagine di un romanzo divenuto celebre. Circa quarant'anni dopo, Francesco Patierno ne riscopre la portata, decidendo di farne la sceneggiatura di un film che racconta la metropoli partenopea poco prima della fine del conflitto, quando l'euforia per la liberazione dal nemico nazista lascia il posto alle difficoltà legate alla fase di ricostruzione e di ritorno alla normalità. In questo modo, il punto di vista distaccato e partecipe tipico del cronista anglosassone, si incontra e si confonde con quello espresso dal regista napoletano attraverso l'ordito iconografico costituito dalla commistione di immagini d'archivio e inserti di fiction (in un rapporto di gran lunga favorevole alle prime) che ricostruisce la dimensione cittadina adattandosi al commento del testo recitato dall'attore britannico Benedict Cumberbatch. Come per magia, davanti agli occhi dello spettatore ciò che è antico - i filmati in bianco e nero consunti dal continuato esercizio - diventa nuovo, assumendo una forma che riesce ad essere al contempo documentaria, nella proposta del dato storico e antropologico di una civiltà ferita ma non sconfitta, e dignitosamente poetica, nella trasfigurazione universale della città distrutta dai bombardamenti che anticipa il futuro delle guerre contemporanee. Alla stregua dei Ricci Lucchi e Gianikian di "Pays Barbarie", sebbene con un'operazione meno radicale e maggiormente fruibile, Patierno va oltre l'atto di archeologia cinematografica corrispondente al recupero e alla restaurazione del materiale filmico, per lavorare sul significato stesso dei fotogrammi. Valgano, tra i tanti spezzoni di film ("Le quattro giornate di Napoli", "Paisa", "Chi si ferma è perduto", "La pelle") inseriti all'interno della storia, quelli dedicati agli assoli del grande Totò destinati, per assonanza o per contrasto, ad amplificare o diminuire il sentimento del tragico e lo struggimento derivato dal commento di Lewis. Terzo dei titoli italiani inseriti nella selezione ufficiale, "Naples '44" risulta a sorpresa quello che meglio di tutti è capace di entrare in contatto con il perenne sentore di crisi che emana dal nostro tempo, riuscendo a convincerci fino in fondo, senza alcuna reticenza.

(pubblicata su ondacinema.it)

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