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L'uomo di Aran

Regia di Robert Flaherty vedi scheda film

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La recensione su L'uomo di Aran

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Il film è ambientato su un'isola rocciosa al largo della costa irlandese, ed inizia con un ragazzo e sua madre che si recano in riva al mare per aiutare il padre e i suoi compagni di lavoro a sistemare la barca di loro proprietà: si tratta di una dura lotta per la sopravvivenza, soprattutto quando la rete da pesca rimane impigliata a causa della marea. In seguito vediamo la madre che porta delle alghe su un terreno dove il padre sta spaccando le pietre: tutto il suolo deve essere scavato e mischiato con le alghe per far crescere le patate o altri alimenti. Il padre ripara un buco sulla barca usando del catrame. Il ragazzino, in una delle scene più famose, pesca dall'alto di una ripidissima scogliera con una canna che manovra con sicurezza. Nella scena più ampia del film, gli uomini dell'isola vanno a caccia di un enorme squalo, e impiegano due giorni per catturarlo: dal suo corpo ricaveranno dell'olio che useranno per l'illuminazione delle lanterne e il riscaldamento. Infine, si scatena una tempesta con enormi onde che si infrangono contro le scogliere, e la madre e il ragazzino accorrono nuovamente in soccorso del padre...
E' un film di grande bellezza visiva, probabilmente il capolavoro di Flaherty (l'altro titolo più acclamato di questo regista è Nanook l'eschimese, che però non ho visto). Morandini lo definisce nel suo Dizionario "la punta più alta della scuola britannica del documentario", ma questa definizione risulta poco convincente, in quanto Flaherty non apparteneva a quel tipo di scuola cinematografica (di cui i più importanti esponenti furono Humphrey Jennings e John Grierson), anche se realizzò in Inghilterra questo film e il successivo La danza degli elefanti.
L'uomo di Aran andrebbe descritto come un "documentario poetico": un film in cui la poesia delle immagini prende il sopravvento e in cui conta soprattutto il rapporto mitico fra l'uomo e gli elementi della natura. Non si tratta di un vero documentario: la famiglia rappresentata non era una famiglia reale, in quanto il padre, la madre e il bambino provenivano da contesti familiari differenti, pur essendo tutti abitanti dell'isola; la caccia allo squalo non veniva praticata da parecchi decenni (anche se la sequenza è indubbiamente coinvolgente ed efficace), e non ci viene detto quasi nulla sugli aspetti sociali della vita degli abitanti dell'isola. Questi aspetti causarono al regista diverse critiche da parte della stampa inglese, soprattutto quella di orientamento socialista, ma, in ultima analisi, non sminuiscono la grande forza del film, che nella visione di Flaherty resta legato ad un'idea di Eternità nella lotta perpetua fra l'Uomo ed una Natura poco accogliente. La versione originale dura circa 75 minuti (mentre quella doppiata in italiano è tagliata), che si seguono senza un attimo di noia grazie al ritmo sapiente della narrazione e alla spettacolare bellezza delle immagini.

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