Regia di Tim Robbins vedi scheda film
La resistibile ascesa di Bob Roberts, cantante country ultraconservatore candidatosi al Senato per la Pennsylvania: spudorata cialtroneria, smisurato cinismo e al momento giusto un finto attentato di cui far ricadere la colpa sul capro espiatorio designato (un giornalista freelance nero). Il film è costruito in buona parte come il documentario realizzato da un fantomatico Terry Manchester: finte interviste, finti telegiornali, finti videoclip con tanto di didascalie in stile MTV. Racconta cose risapute ed è un po’ troppo a tesi, ma nel clima quasi plebiscitario della prima guerra del Golfo ha il coraggio di far sentire una voce contro. Quindi complimenti a Tim Robbins, che alla sua prima regia dirige senza sbavature, si riserva il ruolo dell’odioso protagonista e non nutre timori reverenziali nei confronti del cinema impegnato anni ’70: se l’invisibile Hal Phillip Walker di Nashville avesse un volto, sarebbe quello di Bob Roberts.
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