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Black Mirror

6 stagioni - 27 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2011-2011
  • 3 episodi

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Furetto60

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Black Mirror

di Furetto60
7 stelle

Molto intrigante. Bella riflessione sulla tecnologia, croce e delizia.

Ho visto solo il terzo episodio della 1° stagione e quindi faccio  la recensione solo di  "Ricordi pericolosi"

Futuro prossimo venturo, negli ambienti altolocati è possibile pagare delle società tecnologiche,  per disporre di un chip, che impiantato dietro l’orecchio, consente una sorta di backup della propria vita, creando un "database" dei ricordi,registrando ogni momento della propria esistenza e potendolo rivedere, moviola compresa, all’occorrenza, per divertimento o per capire sfumature che sono sfuggite “in diretta”. Un sofisticato e raffinato congegno in grado di immagazzinare ogni immagine vissuta e visionata, attraverso lo sguardo del suo proprietario, con la facoltà di poterlo riguardare, analizzare, cancellare, organizzare come se fosse  una videoteca, proiettandolo contro una superficie, andando avanti o indietro con un telecomando. Liam Foxwell,  è un giovane e ambizioso avvocato ,che si reca a  sostenere un colloquio di lavoro per un’imprecisata azienda: si conclude con il più classico dei “le faremo sapere”. Rimuginando sul suo esamino e sulle parole del"recruiter", Liam riguarda compulsivamente  la sua performance e le espressioni degli esaminatori mentre si reca a casa da amici di famiglia, dove ad attenderlo ci sono tra gli altri sua moglie Ffion  e un  individuo di nome Jonas che lei stessa gli presenta

Tra allusioni lazzi , vino e battute la serata va avanti, questo Jonas tiene banco, Foxwell  è sempre  più ombroso e geloso di questo tizio, che sembra avere molta confidenza con la moglie.

Tornati a casa, il nostro continua a tracannare  alcol scatenando la sua terribile ossessione. Liam, si mette a sbobinare, con pazienza certosina, ognuno dei suoi ricordi, alla ricerca spasmodica di indizi, che gli confermino ciò che sospetta, cioè che la consorte l’abbia  tradito con Jonas.

Le domande diventano un interrogatorio sempre più incalzante, i quesiti diventano inquisizioni, la paranoia aumenta,Liam è sempre pià aggressivo, spingendo la moglie prima recalcitrante ed evasiva, a raccontare un pò alla volta la vera natura del legame, con Jonas. Addirittura il protagonista va a stanare fisicamente il suo antagonista ,reclamando spiegazioni e non solo. Alla fine la verità viene a galla: Ffion e Jonas hanno avuto una relazione in gioventù, dopodiché c’è stata una bollente “ricaduta” in cui hanno consumato senza“precauzioni” proprio nove mesi prima della nascita di Jodie, la figlia di Liam e Ffion, che a questo punto potrebbe essere la figlia di Jonas, Liam folle di rabbia,  si ritrova, distrutto e annichilito dal peso della rivelazione, avendo scoperchiato il famoso vaso di Pandora.  

Il ricordo, per definizione, non può essere oggettivo, poiché è legato all’esperienza soggettiva. Tale esperienza si porta il carico di emozioni e sensazioni,che quell’avvenimento ha suscitato. Il ricordo è lì, perché noi c'eravamo,ma se sapessimo che le nostre vite vengono registrate,forse perderemmo la voglia di viverle in prima persona 

Se possiamo rivedere i nostri ricordi, la realtà può perdere mordente. Liam e Ffion, di ritorno dalla cena, preferiscono fare sesso, ricorrendo al ricordo di una notte passata assieme, piuttosto che impegnarsi per viverne una nuova.

Peggio ancora quando il chip è strumento per alimentare una gelosia morbosa, come succede a Liam. Sa che i replay non mentono come potrebbero fare i ricordi «veri»; quello che vede è quello che è. E più guarda, più il quadro si completa,fino a quando  non mette insieme tutti i tasselli  che, se si  fosse affidato alla sua umana memoria, non avrebbe mai  potuto risolvere. Alla fine, Liam smaschera la storia tra Ffion e Jonas, grazie al chip, ma a un prezzo altissimo, perché finisce per perdere la donna che ama .a quel punto può solo tagliarsi con una lametta la  testa e tstrappare quel maledetto dispositivo, portandosi via tutta la sofferenza. Bella riflessione sull’uso e gli effetti di una tecnologia, solo all’apparenza al servizio dell’uomo, ma in sostanza, come spesso accade, una ingannevole trappola emotiva

 

 

 

 

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