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Cannes 2016: Giorno 3
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Per il terzo giorno di proiezioni ufficiali, il 69° Festival di Cannes sfodera in concorso due pezzi da novanta: il francese Bruno Dumont e l'inglese Ken Loach. Scoperta la sua vena comica, Dumont porta sulla Croisette Ma Loute, una commedia poliziesca che non dimentica di trattare temi anche legati al sociale: dietro l'ombra delle scomparse e del cannibalismo, si cela infatti un'attenta analisi sulle differenze di classe e sull'identità di genere. Il pasionario Loach invece si concentra in I, Daniel Blake sulle difficoltà che la classe operaia (o, meglio, disoccupata) incontra nel relazionarsi con il sistema di assistenza sociale e sanitaria in Gran Bretagna, un discorso estendibile a ogni Paese del mondo.

Entrambi i film sono già stati acquistati per l'Italia.

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Ma Loute

Diretto e scritto da Bruno Dumont, Ma Loute porta nella baia di Slack a nord della Francia, dove nel corso dell'estate del 1910 diverse scomparse sconvolgono i residenti. A cercar di vederci chiaro sono l'improbabile ispettore Machin e il sagace assistente Malfoy, che si ritrovano loro malgrado al centro di una strana storia d'amore che vede protagonista Ma Loute, primogenito di una famiglia di pescatori dai modi molto particolari, e Billie, appartenente alla famiglia Van Peteghem, ricchi ma decadenti borghesi.

Con la direzione della fotografia di Guillaume Deffontaines, le scenografie di Riton Dupire-Clement e i costumi di Alexandra CharlesMa Loute viene così descritto dal regista: «Da tempo coltivavo il desiderio di realizzare una commedia ma non trovavo mai la storia giusta, almeno fino a quando Arte non mi ha proposto di realizzare una serie televisiva. Ho avuto carta bianca per fare ciò che volevo: è nata così P'tit Quinquin, commedia poliziesca che mi ha permesso di sperimentare a modo mio. Partendo dal dramma come motore della commedia, ho aggiunto una dimensione burlesque piuttosto grottesca e il successo della serie mi ha spinto a tentare la stessa strada sul grande schermo. Desideravo che il mio nuovo film fosse cinematograficamente e profondamente divertente. E ciò mi ha spinto ad allontanarmi da quel cosiddetto naturalismo che segnava le mie prime opere.

Nella ricerca del soggetto di quella che sarebbe stata la mia nuova commedia che sarebbe stata ambientata sulla Costa d'Opale, regione che conosco bene e in cui vivo, mi sono imbattuto in vecchie cartoline, che mostravano la baia di Slack, dove all'inizio del ventesimo secolo convivevano borghesi e poveri. Questo ha portato al punto di partenza di Ma Loute: da un lato vi sono i Brufort mentre d'altro lato vi stanno i Van Petenghem... in mezzo a loro, invece, trovano posto una storia d'amore e misteriose sparizioni. A differenza di P'tit Quinquin, non sapevo se quello che andavo man mano scrivendo fosse divertente: la commedia implica nella fattispecie un meccanismo d'efficacia immediata e per questo motivo più difficile da creare.

La vicenda è ambientata durante l'estate del 1910. L'inizio del XX secolo corrisponde all'emergere della borghesia, dell'industria, del capitalismo e di conseguenza della lotta di classe. Oggi sappiamo che si tratta degli anni che hanno segnato le origini della modernità e di un contesto destinato a essere sconvolto quattro anni più tardi dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Per la prima volta, dunque, sono stato chiamato a ricreare un paesaggio del tutto scomparso e ci sono riuscito grazie alle immagini delle cartoline.

La storia si svolge in fretta. Ho pensato dunque a un ambiente che ne incarnasse bene la follia, ricordandomi del Typhonium di Wissant, una casa in stile neo-egizio costruita alla fine del XIX secolo e soprannominata come la follia del Nord-Passo di Calais. Ho scritto la sceneggiatura tenendo a mente la residenza... sebbene fossero dapprima reticenti, i proprietari mi hanno poi permesso di girare gli esterni nei pressi della costruzione mentre gli interni sono stati realizzati in un'altra abitazione in pieno (e visionario) stile Tudor.

Tenendo presente l'epoca in cui si svolgono i fatti, con i personaggi del commissario Machin e del suo vice ho voluto rendere omaggio ai film realizzati in quel periodo, commedie o farse. Punti di riferimento sono stati Max Linder e il duo Laurel e Hardy, in grado di cogliere sottilmente pregi e difetti della borghesia. Come poi insegna la storia del cinema, i grandi film uniscono spesso due o più generi, basti pensare alla commedia italiana e, in particolare, ai grandi film di Dino Risi ed Ettore Scola, in grado di unire comico e tragico allo stesso tempo. Ho voluto così giocare la carta della dualità di genere, sapendo che l'avvicinamento tra i Brufort e i Van Peteghem sarebbe stato inevitabilmente esplosivo. I Brufort sono antropofagi, si "cibano" letteralmente dei borghesi, e i Van Peteghem sono incestuosi, si uniscono in matrimonio tra consanguinei e stringono alleanze degenerative. Le due famiglie sono ognuna a modo loro mostruose. Un ulteriore mistero nel mistero coinvolge anche uno dei due giovani innamorati, Billie, e la sua sessualità, elemento che mi ha permesso di trattare un argomento attualissimo in un film in costume: agli occhi di Ma Loute, Billie è una ragazza ma non sempre le cose sono come appaiono».

Tutte le foto del film

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I, Daniel Blake

Diretto da Ken Loach e sceneggiato da Paul LavertyI, Daniel Blake racconta la storia di Daniel, un falegname inglese d 59 anni, che per la prima volta in vita sua è costretto a ricorrere all'assistenza sociale a seguito di problemi cardiaci. Nonostante il suo medico gli proibisca di lavorare, Daniel ha l'obbligo di ricercarsi un'occupazione per non andare incontro a sanzioni. Durante una delle sue regolari visite al centro per l'impiego, incontra Rachel, una madre single di due bambini piccoli che è stata costretta ad accettare una sistemazione a 450 km dalla sua città natale per evitare che i figli siano dati in affidamento. Imbrigliati nelle aberranti reti amministrative della contemporanea Gran Bretagna, Daniel e Rachel cercheranno di aiutarsi a vicenda.

Con la direzione della fotografia di Robbie Ryan, le scenografie di Fergus Clegg, i costumi di Joanne Slater e le musiche di George FentonI, Daniel Blake nasce come risposta alle polemiche generate in Gran Bretagna dalla destra contro gli aiuti sociali. Con una aberrante campagna mediatica, gli esponenti della destra hanno portato a far credere alla popolazione che oltre il 30% di coloro che si rivolgono all'assistenza sociale siano in realtà dei truffatori, quando invece il dato reale non supera lo 0,7%. Con il principio di austerità seguito dal governo inglese, si sono ridotti del 3% i fondi da destinare a coloro che necessitano di aiuto sociale, generando una situazione drammatica di cui ne fanno le spese soprattutto i disoccupati, come il Daniel Blake del film. A portare Laverty e Loach a voler trattare la questione sono state anche le varie ricerche condotte tra i senzatetto con l'aiuto delle banche alimentari, organismi che proliferano come non mai in ogni parte del mondo per garantire cibo a chi non ne ha. Con sorpresa, a frequentare le banche non sono solo i barboni e i disoccupati ma anche tutta una cerchia di lavoratori "poveri" che, oltre a sopportare condizioni "flessibili" di lavoro che negano di fatto ogni diritto, con il salario non sbarcano il lunario. Ulteriori elementi per ridefinire la sceneggiatura sono state anche le confessioni anonime di alcuni operatori del Dipartimento per gli Affari sociali, testimoni di dure sanzioni adottate non per loro volontà individuale ma dalle leggi del sistema che obbligano disoccupati o malati a cercarsi un lavoro per non incorrere in severe sanzioni.

Protagonisti di I, Daniel Blake sono gli attori Dave Johns e Hayley Squires, interpreti dei personaggi di Daniel e Rachel.

Daniel, abile artigiano, è stato a lungo un falegname. Ha lavorato nei cantieri e in piccole imprese, continuando a produrre oggetti in legno per puro divertimento. Sua moglie è morta e lui ha avuto un attacco cardiaco molto serio, che lo fatto quasi cadere da un'impalcatura. Il medico gli vieta di tornare al lavoro ma è costretto dalle circostanze a rivolgersi a un'agenzia per l'impiego. Adatto a lavorare, si impegna per uscire dalla situazione di stallo in cui si ritrova.

Rachel, invece, sta crescendo da sola due piccoli figli. Ha vissuto in un ostello a Londra fino a quando il Comune le ha trovato un appartamento al di fuori della capitale il cui affitto è coperto in gran parte dal suo assegno sociale. In altri termini, il Comune si impegna a pagare la differenza e lei è costretta a trasferirsi a Newcastle. Senza soldi e senza lavoro, rischia di perdere i bambini ma fortunatamente sulla sua strada incontra Daniel, con cui nasce un'amicizia basata sulla solidarietà e sull'aiuto reciproco.

Tutte le foto del film

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