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Battle Royale: romanzo di Koushun Takami (1999) - Battle Royale: film di Kinji Fukasaku (2000) - Battle Royale II - Requiem : film di Kenta Fukasaku (2003)
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Il 20 novembre, uscirà nelle sale "Hunger Games. Il canto della rivolta - Parte 1", il terzo della serie e non ultimo (derivato dalla omonima trilogia della scrittrice americana Suzanne Collins) perché è per mera questione economica e di convenienza dividere in due il terzo romanzo. Tutta la serie: sia di narrativa che di cinema si è dimostrata una stupenda "macchina da soldi" - e di divertimento, in fondo pare sia apprezzato, questo Hunger Games - ma è ragionevole anche mettere in discussione un successo che credo spetta ad altri.

 

Battle Royale è giapponese ed è una serie che ha avuto grande consenso di pubblico nei paesi orientali, poco in occidente. La storia è quella di una pubblica punizione di una classe di studenti che hanno concluso le scuole medie. La violenza dei giovani - simbolicamente rappresentata da una coltellata ad un docente (interpretato dal bravissimo Takeshi Kitano) - il loro rifiuto delle regole dettate dagli adulti, scatena una repressione esasperata: una condanna esemplare del Governo per arginare in modo drastico ogni ribellione. E' un futuro prossimo in cui lo scontro tra generazioni diventa una vera lotta. Gli studenti della classe 3-B sono narcotizzati e trasferiti su un'isola di piccole dimensioni, muniti d'armi varie e di un collare esplosivo: dovranno combattere tra loro e solo ad una coppia sarà concessa la salvezza, gli ultimi che resteranno in vita.

 

Romanzo e film sono violenti, l'opera di Kinji Fukasaku subì tagli e censure ma divenne un cult-movie (nei Paesi asiatici): il regista dichiarò che quella trama gli ricordava la sua tragica esperienza durante la Seconda Guerra Mondiale, quando quindicenne, finì ad essere operaio in una fabbrica di munizioni che venne bombardata e lui costretto ad occuparsi dei compagni deceduti. Capì che quella guerra gli era estranea e incrementò un lancinante livore per gli adulti.

Battle Royale ha ovviamente tanti precedenti ed è superfluo elencarli (tre fra tutti: "1984" e "Il Signore delle mosche" nella narrativa e "Arancia Meccanica" nel cinema) ma è anche innovativo per l'idea originale del reality. Il massacro degli adolescenti è reso pubblico per evidenziare l'esercizio di un potere ritenuto legittimo: il diritto degli adulti di decidere, quasi senza riserve, sui minori.

 

Il secondo film continua la vicenda, ma prende la rotta della ribellione. Non è basato su un romanzo ma opera originale dello sceneggiatore Kenta Fukasaku (figlio di Kinji, deceduto poco prima dell'inizio delle riprese) che si mette anche alla regia. La Legge BR va avanti, ma i giovani si rivoltano e danno inizio ad una rivoluzione armata: i giovani divengono terroristi e la vicenda prende una connotazione politica attuale: sono menzionati nomi di stati in cui la guerra, nel XX e XI secolo, ha prodotto lo sterminio di milioni di persone e i giovani, i bambini, non vogliono entrarci, non vogliono essere eredi delle scelte degli adulti.

La guerra è strumento di pace, per questi combattenti e lottare è l'ultimo appiglio per ambire ad un futuro degno d'essere vissuto. Palese è la nazione che entra in tutti i conflitti: gli Stati Uniti d'America; i due film criticano apertamente le guerre strumentali da una parte e dall'altra l'incapacità degli adulti di comunicare valori fondamentali e la conseguenza della violenza giovanile. In Giappone esiste quest'enorme problema della delinquenza minorile; esiste anche, in diversa misura, in tutto l'Occidente e non mancano certo opere che se ne occupino seriamente (e senza ostentare scene di sangue): un film recente e validissimo è "Detachment".

 

Battle Royale è stato vietato per lungo tempo in vari stati ma questo capitò anche a "Arancia Meccanica" in Gran Bretagna. Negli Stati Uniti fu proiettato in qualche occasione e poi messo in "quarantena" per undici anni e proposto liberamente solo nel 2012. E' la Sindrome Columbine? Credo di no, ci sono film ben più violenti che circolano. E' un film da rifare, da riproporre in stile Hollywood e la furba scrittrice Collins non si fa scrupoli: mantiene l'idea originale e trasforma contesto, personaggi e significati.

Torniamo dunque a Hunger Games: non possiamo esimerci dal ribadire che si tratta di un plagio ben coperto. L'autrice della trilogia, s'indigna e afferma di non aver mai letto il romanzo di Takami né visto i film... ma sarebbe un miracolo perché ci sono veramente troppe somiglianze. Un esempio è il modo di ritrovarsi tra compagni, durante la battaglia: il canto degli uccelli in Battle Royale e idem in Hunger Games. Commesso il "delitto" la Collins torna sulla scena a prendersi ideuzze che non le vengono: mediocre ma fortunata! E i film che seguono? Produzione da ottanta milioni di dollari per il primo che poi incassa totalmente settecento milioni... Il resto potete immaginarlo.

 

Bella protagonista, eroica e proba, insieme agli altri, per accalappiare un pubblico che va dai quattordici ai diciotto anni (e poi tutti gli aggiunti che si fanno beffare facilmente), che lotta per un gioco al massacro che serve a sfogare istinti violenti: dal Colosseo a "Rollerball"... Lieto fine, immagino - perché non ho letto tutto e ho visto solo il primo film - se no la gente esce dalle sale col muso e non ci torna (inammissibile per Lionsgate e Warner Bros).

 

Per concludere: ci sono scrittori e registi - di tante nazionalità (anche italiani, quanti film ci hanno rifatto?) - che meritano d'essere lodati per quello che realizzano e non esclusi per uno sfruttamento sbagliato, per questioni di denaro. Però, devo aggiungere che so di un'Italia che ha copiato sempre la TV americana, ogni programma d'intrattenimento è il derivato di un programma statunitense. Non tutti, per fortuna, perché in TV hanno lavoravano anche sceneggiatori e registi della nostra tradizione: i neorealisti e gli "eredi". Pare dunque uno scambio equo, un modo di far circolare prodotti appartenenti a diverse culture e ai quali difficilmente ci adattiamo. Battle Royale ha, in effetti, un'impronta maschilista e non concordiamo. Hunger Games ha l'impronta di un disimpegno totale perché il vero obbligo è l'intrattenimento e, in altre parole, lo svago, il passatempo - la convenzionalità e l'accettazione acritica - con una quantità prescritta di violenza.

 

I film e il romanzo sono disponibili: è preferibile l'originale o la versione hollywoodiana? Va soprattutto visto e il mio modesto consiglio è quello di considerare che le versioni americanizzate appaiono chiaramente - nel paragone - come ibridi strampalati.
Chi vorrà valutare la colonna sonora di entrambi i film giapponesi, troverà musica pop moderna (la band nipponica Dragon Ash) ma anche la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi...

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