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La musica di Giarrettiera Colt
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Neve Che Vola

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Per Skrjabin era difficile completare la lettura di un libro, un flusso di pensieri personali che nascevano improvvisamente sotto l'impressione di quel che aveva letto, lo trascinava e lo distraeva.
[Note su Skrjabin (Per i 40 anni dalla morte), apparso in "Heirich Neuhaus. Riflessioni, memorie, diari", a cura di Valerij Voskobojnikov, Sellerio editore]

Avevo appena iniziato la mia visita alla bancarella di un cinese, dove avevo l'abitudine di spulciare l'usato, quando vidi qualcosa che mi fece avvampare di gioia. No, non mi ero sbagliato, era proprio l'inaspettata edizione dvd di Giarrettiera Colt (1968)! L'afferrai avidamente, e diedi solo sette euro allo sventurato che non sapeva di avere un tesoro proprio accanto. A casa, fui certo della bontà dell'edizione: immagine lavata con Perlana, corretta aspect ratio e ottimo audio.

No, non credo sia un grande film, l'ho rivisto intero poco tempo fa, forse un anno o due, e non è per niente un granchè. Ciò nonostante, lo amo. No, non è neanche solo per la presenza della splendida Nicoletta Machiavelli che porta una colt '45 sotto la gonna e per quella sua voce (credo sia stata doppiata) degna di cotanto aspetto.

Sapete, io stesso non mi fido dei miei giudizi sui film che vedo, perchè sono estremamente eccitabile per natura e raramente ormai, a differenza di quando ero bambino e ragazzo, riesco a vedere un film senza essere capace di non dare la mia versione di quello che vedo, nella mia testa, usandone gli elementi che m'hanno colpito, trasfigurando immediatamente il tutto in una immagine finita e completa, con brivido emozionale annesso, in presa diretta mentre sto ancora guardando il film, per questo ho riportato il ricordo su Skrjabin di Neuhaus, perchè in realtà sono un vero impedito (ma senza, è ovvio, il talento del grande compositore russo).
Necessaria introduzione per capire che da me non ci si può aspettare che mi interessi collocare Giarrettiera Colt da qualche parte, come usano fare quei noiosi professori che magari lo apprezzano oppure no perchè ravvisano in esso un vago sapore di pietra focaia ed un retrogusto tendente alle bacche di bosco che crescono in una zona impervia del Messico centrale. Non è che me ne freghi granchè, mi interessa solo l'effetto di eccitazione o di calma dell'eccitazione che un film può avere su di me.


Da bambino, proprio come Adolf Hitler, giocavo ai cowboys e agli indiani ed ero cattivo e spietato, oltre che ghignante. Mi eccitavo all'idea di spedire tutti all'inferno a revolverate, sebbene la mia eccitazione fosse un pò mitigata dal fatto che non li uccidevo per davvero. Mi tormentava anche l'idea che la mia colt fosse solo simile ma certo non uguale a quella mitica da me venerata (la Colt era il mio unico dio) e varie altre piccolezze al riguardo, perchè ero perfezionista a livelli davvero inusuali per un bambino. Inoltre, se anche li avessi colpiti per davvero, avrebbero avuto il tempo di vedermi con la pistola fumante in mano, il ghigno sul volto, e ci sarebbe stato il tempo per loro di dire

Neve...che...Vola... avrei...dovuto...pensarlo... 

e per me di rispondere

Già, avresti dovuto pensarlo, ma ora è troppo tardi per pensare! 

prima che tirassero le cuoia?


Ero esaltato dai western, un fanatico e non sono mai cambiato, ho riportato la descrizione autobiografica per chiarirlo, e tra le prime musiche che ho amato (se non le prime) ci furono le sigle western (americano e italiano). Non me ne frega granchè se Ombre Rosse abbia avuto o meno importanza storica, o se dopo Buon funerale, amigos! Paga Sartana il western non sia mai più stato lo stesso. Mi importa l'impatto emozionale, niente altro.
Giarrettiera Colt per me è un film straordinario, ma senza che il film ne sia la causa completa, ne è l'ispirazione, senza dubbio (lascio apposta questa frase senza vero senso). Ne isolo dei momenti che non riesco a dimenticare, che mi piace rivedere e riascoltare, togliendo di mezzo quel che non mi piace. Dunque, vedendo Giarrettiera Colt l'impatto emozionale ci fu esattamente come in Comes Love suonata dalla jazz band di Artie Shaw coi vocals di Helen Forrest

Comes a rainstorm, get your rubbers on your feet [arriva un acquazzone, ci si possono riparare i piedi con gli stivali]
Comes a snowstorm, you can get a little heat [arriva una tempesta di neve, si può sempre rimediare un pò di calduccio]
Comes love, nothing can be done. [Arriva l'amore, non ci si può fare niente].

Arriva Nicoletta Machiavelli in diligenza, una delle donne più belle mai apparse sullo schermo, che cosa ci si può fare?

Arriva la musica che accompagna i titoli di testa, a questo punto non posso farci davvero niente, e soccombo. Sarà perchè arriva come una melodia lontana, dimenticata, dall'informe delle nebbia del tempo e di quella massa di suoni che la introducono, e fosse come se mi rimproverassi di averla dimenticata.
Questa per me, tra quelle che conosco, è la musica western italiana più bella, più compiuta, più perfetta ed esaltante che abbia mai ascoltato, nello stile di una musica antica.
Il Maestro Gianfranco Plenizio ricorda la nascita della colonna sonora nel suo bellissimo libro Musica per Film (Guida editore):


Il primo film che feci collaborando con il maestro Fusco si chiamava Giarrettiera Colt. Come forse si può già arguire dal titolo era uno spaghetti-western al femminile. Certamente non un capolavoro ma con delle trovate carine. Insomma... vedibile. A guidarne la realizzazione era una coppia di amici: sceneggiatore e regista. Persone di grande civiltà e di notevole cultura. (...). Dopo la prima proiezione ci fermammo a discutere della musica. Va precisato che si era alla fine degli anni ’60, gli anni della Mahler renaissance. Uscivano in disco le prime edizioni complete delle sinfonie. Dappertutto, negli ambienti di una certa cultura, si parlava di Mahler. Anche in quel caso, ipotizzando una musica per il film, l’illustre musicista venne citato più volte. Francamente non riuscivo a capire cosa centrasse un sinfonista tardoromantico con uno spaghetti-western. Ora è ben vero che anche Mahler usa dei temi di estrazione popolare ma li inserisce in grandiose strutture formali e in poderosi organici orchestrali. Già si sapeva che noi avremmo avuto a disposizione qualche strumento a fiato, due chitarre, qualche tastiera e un paio di percussioni. Archi niente, costavano troppo. Come si fa a rifare Mahler? Ma me stavo zitto ad imparare. Anche il maestro Fusco assentiva ogni tanto e non parlava molto. La riunione si concluse. Appuntamento dopo una settimana per ascoltare al pianoforte i temi del film. Dopo un paio di giorni il maestro mi convoca: ho buttato giù il tema.
[Qui viene riprodotto il tema sul pentagramma].
 Rimasi di stucco. Mi sembrava il classico ‘temino’ western. Carino e funzionale. Ma Mahler? Qualche assonanza con la prima sinfonia? Forse la tonalità di re minore. Mi disse: non ti preoccupare. E difatti i due cineasti ne rimasero entusiasti. Di Mahler non si parlò più. Al film serviva un temino western e quello il maestro Fusco gli aveva dato. E quello era giusto per il film.


Ci fu un mio breve scambio di mail col Maestro Plenizio, che fu molto gentile e disponibile. Eccone le parti più attinenti.

Neve che Vola ----------


Avevo pensato che i bassi del tema ricordassero la prima sinfonia di Mahler, il lamento del terzo movimento (i lontani colpi dei timpani in pp e il lamento stesso). 

Poi, quando ho letto sul suo sito del suo interesse per la liederistica, ho virato ai lieder di Brahms [Vier ernste Gesänge op.121, "Quattro canti seriosi"].

Sembra quasi che il tema sia stato costruito su quell'inizio di movimento di Mahler, che risuona nei bassi anche se solo con qualche assonanza, ma non mi sembra meno importante della melodia western (anzi ne sembra una specie di forza motrice più grande del tema stesso, come del resto la vita è una forza più grande del singolo individuo) che trovo incantevole, specie per la conclusione ripetuta di ogni frammento e che mi pare conferire al tema un carattere quasi rassegnato, perfino religioso di unione con la Forza più grande del singolo. In altre parole, sembra che la voce della melodia, sorgendo su questa Forza, di radice mahleriana, indichi questo stato di cose. Preferisco Giarrettiera Colt alla musica di molti spaghetti-western più celebrati. Cento volte di più, non mi vergogno a dirlo. Un piccolo miracolo, del quale il compositore spesso può ridere, essendo il mago dietro all'incanto, del resto Mahler scrisse i Kindertotenlieder senza conoscere il dolore di cui parlava, anzi affermando, dopo la perdita di una figlia, che non sarebbe più stato in grado di scrivere quella musica.

Maestro Plenizio -----------


Tutte le cose che lei ha trovato in quel tema, sicuramente ci sono. Ma credo che più che per una scelta definita, nascano da un backgrond culturale che apparteneva sia al m° Fusco che a me. Quanto ai rispettivi contributi posso dirle che le otto battute del tema sono del maestro Fusco mentre tutto il resto (armonizzazioni, sviluppi, adattamenti e orchestrazioni) sono stati elaborati da me sotto la sua ‘sorveglianza’. Lui era molto impegnato con altre produzioni e proprio per questo mi aveva chiesto di collaborare.

 

Ascoltando il motivo, un canto mesto praticamente monodico con quasi inudibili accenni di armonizzazione, che ci introduce nel "vivo dell'azione" musicale, rimango colpito dalla ripetizione di alcuni frammenti, dall'andamento simile di molti frammenti melodici discendenti tipici dell'affetto "malinconico" che tende a ripresentarsi, dalla conclusione di nuovo con la figurazione ripetuta, e dall'appartenenza al "mondo antico" del tutto. Lo stesso, da capo, ma melodicamente di altezza diversa e arricchito del supporto delle percussioni; ancora una volta l'inizio, ma ancora più arricchito, comunica un senso di crescita, dalla desolazione del canto monodico (la "quasi" sola voce dello strumento a fiato) fino al supporto di quelle "voci lontane" simili a un coro grave e misterioso. E l'ora fatale è giunta, con questa sospensione melodica di più ampio respiro [ 0'55 --->1'15], la musica comincia a scalciare (siamo nel West!), ed infine si mette in moto [1'15--->1'45]. Ora la melodia iniziale, cantata e sostenuta a pieno organico, diventa perfino "femminile", elegante, danzante, connubio perfetto con l'immagine aristocratica della Machiavelli scrollata dai sussulti del veicolo all'interno della diligenza [Giarrettiera Colt arriva danzando]. E i bassi, finalmente alla loro massima potenza, simili al lamento della prima sinfonia di Mahler e al primo dei Vier ernste Gesänge di Brahms, sembrano l'ampio sfondo, la forza sulla quale danza la sua piccola danza umana la nostra protagonista, ora lontana dalla celebre zia, la Signora delle Camelie (!). Infine, si arriva ad un momento di stallo, dove la figurazione ripetuta e malinconica dell'inizio, come se volesse svelare qualcosa in più di sè, diventa come una danzatrice senza volontà incapace di sfuggire alla propria danza.
Da quando ho ascoltato questa musica, che per me è il vento che spira nell'opera, ho visto tutto alla sua luce, e non è la stessa cosa che senza. È, per me, il sentimento che pervade il film.


Vivono con me, di Giarrettiera Colt, oltre alla bellezza veramente ineguagliabile della protagonista ben sottolineata dal vestiario che si vede anche nelle foto e nei due video, la dimensione assurda ed un senso di tragedia e dolore, la corsa della Machiavelli a cavallo che spara per scherzo al suo innamorato,

la sua richiesta ansiosa su che fine questi abbia fatto, il lungo silenzio del messicano che ne segue, e la sua rassegnazione a ripartire,

ma con un souvenir dell'innamorato scomparso, il suo pappagallo "baro", segno che qualcosa del loro incontro continuerà a vivere nella sua anima.
Perchè amo questo film? Non è neanche corretto dire che io lo ami, ne amo alcuni elementi. Tutto quello che riesco a dire è che “è perchè capita così e non diversamente”, perchè lei arriva in diligenza,perchè dopo che ha ammazzato un uomo prosegue come se niente fosse, come se non fosse stato grave sparare ad un uomo (nonostante sia stata obbligata), ma una cosa secondo natura e niente più...  e porge un cinturone con pistola al soldato che ha salvato: "Per difendervi!". Sul calcio della pistola c'è inciso un cuoricino, e la bocca della canna ha la stessa forma.
Eppoi, insomma, mentre in paese si divertono con un tale con la corda al collo, lei rimette mano alla pistola e spezza la corda, senza che nessuno si accorga che è stata lei a sparare, e rimette la pistola al suo posto con gesto artistico [vedi sequenza foto all'inizio del post e il trailer].

Il magnifico Trailer di Giarrettiera Colt.

Mi piace la dimensione di follia, tutto si colloca fuori dal tempo, nonostante il film parli di una collocazione temporale.
Sarà l'accostamento di questi elementi assurdi, a fermarmi la mente?
Perchè questo è ciò che mi provoca Giarrettiera Colt, uno stato in cui non ho fretta né desideri, come se fossi un osservatore senza emozioni finalmente a casa – le ho, le emozioni, ma sono quelle giuste, al momento giusto. Era uno stato che provavo nella mia infanzia, una sorta di distacco da desideri ed emozioni, che è quello che voglio in realtà.

 

Sito web del maestro Gianfranco Plenizio

 

Per saperne di più:

Giarrettiera Colt, recensione di Scapigliato voto al film ****

Giarrettiera Colt, recensione di Hallorann voto al film *½

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