Espandi menu
cerca
Malcom McDowell: "cannibale" per amicizia!
di maghella
post
creato il

L'autore

maghella

maghella

Iscritto dal 15 aprile 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 191
  • Post 321
  • Recensioni 459
  • Playlist 103
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Malcom McDowell è simpatico, ha un modo di fare, un modo di parlare e raccontare le cose che affascina e ipnotizza, una vita la sua così piena di aneddoti e storie fantastiche che non ci si stancherebbe mai di ascoltarlo.



La sua carriera è stata segnata da subito, all'inizio, con il ruolo di Alex in «Arancia meccanica», un ruolo da protagonista indiscusso del male, che lo ha «segnato» come un cattivo a vita.
Molti critici hanno sempre guardato a McDowell come ad un attore in perenne declino da quarant'anni a questa parte, ogni ruolo (buono o meno) doveva passare inesorabilmente al setaccio e paragonato a quello storico di Alex.


McDowell non pare aver sofferto per questo pesante fardello, che avrebbe schiacciato molti altri attori, forse per il gran talento, forse per il suo spirito libero, per la sua professionalità, McDowell ha sempre mantenuto un profilo basso, e ha affrontato i vari ruoli che gli hanno offerto con serietà, dando sempre il meglio di sé.



Mi voglio soffermare su un film in particolare che ha interpretato: «Evilenko» (2004) di David Grieco.
McDowell e Grieco sono amici da molti anni, nel 1994 David Grieco scrive un romanzo «Il comunista che mangiava i bambini» ispirato alla vera storia del serial killer russo Andrej Romanovic Chikatilo, il mostro di Rostov che uccise e mangiò più di 50  bambini e adolescenti nell'arco degli anni '80.
David Grieco non ha mai diretto un film, ne ha sceneggiati alcuni («Caruso Pascoski di padre polacco» -1988-, «Angela come te» -1988-  e «Mortacci» -1989-), giornalista de «L'Unità", dopo aver visto alla tv per qualche minuto dietro alle sbarre il volto del famigerato cannibale russo, decide che deve seguirne le vicende giudiziarie.



«Evilenko» è il primo (e per ora unico) film di Grieco come regista, un film che arriva dopo 10 anni dall'uscita del suo romanzo e dopo la «presunta» morte del vero mostro di Rostov.
Un film fortemente voluto dallo stesso McDowell che, durante un'estate in Italia, nella casa estiva, tra bibite fresche e tuffi in piscina, spronava l'amico giornalista a scrivere una sceneggiatura tratta dal romanzo, per invogliarlo gli promette la sua presenza come protagonista a basso costo.

Quando finalmente Grieco riesce ad ottenere i finanziamenti per il film, telefona subito a McDowell chiedendogli di mantenere fede alla sua promessa, l'attore britannico gli risponde: «ma sto lavorando con Altman (stava girando «The Company"-2003-), puoi aspettarmi?», Grieco aspettò, e McDowell fu Evilenko.



Un ruolo complicato e difficile anche per un cattivo di lunga data come McDowell, perché Evilenko non è solo cattivo, non è solo un cannibale, è soprattutto un pedofilo e predatore di bambini, un uomo che inganna e si confonde assumendo un aspetto «normale», in una società che pare non avere più nulla di normale.
La somiglianza tra McDowell e Chikatilo è impressionante, nelle espressioni, negli sguardi, nella postura, eppure ne esce fuori un personaggio che pare non avere nulla di reale.

McDowell decide che non vuole portare nulla di sé nel personaggio di Evilenko, ha la moglie incinta in quel periodo e desidera liberarsi del ruolo il più velocemente possibile. David Grieco gli invia una serie di videocassette con le riprese che riguardavano il processo di Chikatilo, l'attore ne è disgustato, non sa davvero come fare per non lasciarsi coinvolgere da un individuo tanto mostruoso.
Decide di lasciare perdere le videocassette: va a mangiare, esce in giardino, chiacchiera con un amico... quando riaccende il videoregistratore, le immagini vanno su un primo piano agghiacciante di Chikatilo, nella gabbia del tribunale, ripreso  mentre abbozza un sorriso che pare più un ghigno... McDowell capisce che è quello l'uomo che dovrà essere, ha trovato la via.


Per l'interpretazione vera e propria non si affida solo al trucco, McDowell pensa che così sarebbe solo barare, ingannare il pubblico, il film non è una biografia sul mostro ma una metafora per raccontare altro.

Si affida al proprio corpo, sarà con il movimento che McDowell riuscirà ad indossare il proprio costume di scena senza rimanerne intrappolato, una volta smessi quei movimenti non avrà più niente da spartire con quel mostruoso personaggio, non lo porterà mai a casa con sé, nasce così la camminata di Evilenko, nascono così i tic delle dita delle mani di Evilenko che ricordano moltissimo gli artigli di un avvoltoio, nasce così il ghigno di Evilenko. Movimenti come costumi da smettere: geniale.



David Grieco racconta che durante le riprese McDowell scherzava moltissimo, continuamente... questo ha permesso di alleggerire tanto la pesantezza di alcune scene e di tutta l'atmosfera che rischiava di mandare in depressione l'intera troupe.

Un film che ha avuto, come c'era da aspettarsi, molte critiche, un soggetto difficile da portare sul grande schermo, un personaggio che era un pretesto per raccontare una crisi sociale profonda dovuta al crollo del comunismo.

Due amici, una promessa e un film di paura, gli ingredienti necessari per fare un buon prodotto cinematografico? secondo me sì, e anche se il film è una prima (unica?) opera, con tutti i suoi limiti, forse proprio per quello spirito di «amicizia» che ne ha influenzato la sua nascita ha uno spirito unico che difficilmente ho notato nei film horror o noir italiani degli ultimi anni.

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati