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Dizionario del turismo cinematografico: John Ford in "The lake Isle of Innisfree" (W.B. Yeats)
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I will arise and go now, and go to Innisfree,

And a small cabin build there, of clay and wattles made:

Nine bean-rows will I have there, a hive for the honeybee,

And live alone in the bee-loud glade.

And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,

Dropping from the wheels of the morning to where the cricket sings;

There midnight’s all a glimmer, and noon a purple glow,

And evening full of the linnet’s wings.

I will arise and go now, for always night and day

I hear lake water lapping with low sounds by the shore;

While I stand on the roadway, or on the pavement grey,

I hear it in the deep heart’s core.

Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, andare ad Innisfree

E costruire là una capannuccia fatta d’argilla e vimini:

nove filari e fave voglio averci, e un’alveare,

e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape.

E un po’ di pace avrò, chè pace viene lenta

Fluendo stilla a stilla dai veli del mattino, dove i grilli cantano;

e mezzanotte è tutta un luccicare, ed il meriggio brilla

come di porpora, e l’ali dei fanelli ricolmano la sera.

Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, perché la notte e il giorno

Odo l’acqua del lago sciabordare presso la riva di un suono lieve;

e mentre mi soffermo per la strada, sui marciapiedi grigi,

nell’intimo del cuore ecco la sento.

(Traduzione tratta dalle poesie di Yeats, Edizione Mondadori, a cura di Roberto Sanesi)

 

L'irlanda divenne il mio luogo dell'anima tanti anni fa, nell'estate magica e sconclusionata dei miei 15 anni. Lasciandola, promisi solo una cosa a me stessa, che l'avrei rivista. E così fu, molti anni dopo. Quel cielo, di un azzurro intenso se inondato di luce, cupo e metallico se burrascoso,  divertito ed un po' folle con nuvole veloci a rincorrere il vento, quel cielo che "si apre e si chiude al ritmo della musica" era ancora lì, aspettava me, me soltanto. E' vero, ti resta dentro, dovunque tu sia. E accompagna le colline verdeggianti del sud verso Cashel, lo scorrere lento e sinuoso dello Shannon dalle parti di Clonmacnoise, i boschi profumati e sacri delle Wicklow, le onde impetuose che si abbattono su Mizen Head. Resta lì, immutabile nella sua variabilità, anche nella brughiera selvaggia, aspra, tormentata del Connemara.

Arrivammo a Renvyle in una notte stellata e ventosa. La strada, uno strazio. Ma ci eravamo già abituati. Solo lì, lo strazio era ancora più strazio. Dormire difficile, il sibilo continuo ed invadente, i vetri agitati, il suono lontano del mare agitato.

Il sonno ci sorprese verso mattina, e il sole era già alto quando si decise di partire. La meta era stata stabilita da tempo, salimmo sul nostra clio rossa, cartina alla mano, l'immancabile guida turistica superdettagliata, un paio di panini e l'acqua, e via.

Per un viaggio nel sogno, quello cinematografico, in technicolor de "Un uomo tranquillo".

Il villaggio di Inisfree fu un'invenzione di Ford, si sà. O meglio, vide Cong e fu subito Inisfree.

Quella la nostra prima destinazione, nella contea di Mayo. Ci arrivammo intorno alle 11:00, il sole se ne era andato ed il cielo aveva indossato il soprabito grigio. Stavo guidando nella piccola via principale (Mainstreet, che fantasia!), e volgendo lo sguardo alla mia destra ebbi un un tuffo al cuore: E' il pub, sì! dove il cavallo di Michelino Flynn fermava anche senza avere avuto il comando (eh la forza dell'abitudine!). Quello delle scazzottate, delle canzoni, dei pettegolezzi. Pat Cohan l'insegna.

 

Trovare un parcheggio non fu difficile, fuori dalle grandi città in Irlanda basta spegnere la macchina dove ci si trova! Con un po' di delusione mi resi conto da subito che il pub era divenuto un negozio di souvenirs (in  realtà, nel 1952 era un negozio di alimentari. Oggi, ridipinto del bianco originale, è finalmente un bar). Entrai emozionata. L'ambiente essenziale, quasi spoglio, le pareti intonacate con una certa approssimazione. Beh, mi dissi, in fondo gli interni furono girati tutti a Hollywood. Sul bancone un gattone nero si stava giusto stirando annoiato. In vendita molti posters del film, ed anche qualche aneddoto gratis. La proprietaria ci dispensò dritte sulle altre locations, raccontandoci anche un po' della vita di John Ford, la cui famiglia era originaria di Spiddal, un po' più a sud, vicino a Galway.  

Risalimmo in macchina subito alla volta di Lettergesh Beach, rientrando in Connemara e riavvicinandoci a Renvyle.

Alle 14:00 circa passeggiavamo sulle dune finissime di un bianco abbagliante. Tutt'attorno la meraviglia delle colline di smeraldo, il sole a farle brillare "più del vero".

 

L'acqua era ghiacciata, ma invitante, con mille sfumature di turchese. Le onde leggere e tranquille. Solo il loro ciangottio sommesso a farci compagnia. Laggiù mi parve di rivedere il cappello di Mary Kate languire solitario sul palo

Le ombre già stavano scendendo quando, ritornando verso Oughterard sulla N59, ci fermammo al ponte. Ancora in perfette condizioni, ancora oggi tra le mete turistiche più gettonate in Connemara

 

Scambiammo due parole con un gruppetto di texani, membri di una sorta di "fanclub" di John Wayne. Del cottage, che nel film appariva al di là del fiume, poche rovine. Un vero peccato.

Il cielo ritornato plumbeo non prometteva bene. Certo, per completare il nostro piccolo tour avremmo dovuto quanto meno visitare i giardini di Ashford Castle. Lì vennero girato molti esterni, come la scazzottata finale.

Ma, un po' le forze languivano, un po' un vento freddo cominciava a soffiare dal mare. Per il Lough Corribb ci saremmo organizzati il giorno seguente

 

Guidando verso Renvyle, nella solitudine della brughiera addormentata, ripensai a quanto quel film avesse colpito il mio cuore.  Mi avesse fatto amare l'Irlanda. Mi avesse spinto a ragionare sul ruolo, non banale, di donna e di moglie. Non serva (come Mary Kate per i fratelli) non amante occasionale (troppo facile) ma compagna per la vita. E quella scena, meravigliosa, in cui i soldi della dote vengono buttati nel fuoco.

Perchè a volte i principi contano, sopra tutto. E per qualche scherzo buffo del destino certi film attraversano la nostra vita, esattamente come noi ci imbattiamo nei luoghi in cui furono girati. Li abbiamo cercati, o loro hanno cercato noi? Forse entrambi

 

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