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Mogambo

Regia di John Ford vedi scheda film

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La recensione su Mogambo

di degoffro
8 stelle

Dalla pièce "Red Dust" di Wilson Collison, già portata sullo schermo nel 1932 con "Lo schiaffo" da Victor Fleming con Clark Gable, Jean Harlow e Mary Astor, sceneggiato da John Lee Mahin, realizzato con la collaborazione delle popolazioni di Kenya, Tanganika, Protettorato dell'Uganda e Repubblica Africana Equatoriale francese, ringraziati nei titoli di testa, un John Ford rilassato e divertito, ma non minore, che si prende una piacevole vacanza e, grazie ad un cast che più in non si può, realizza un film di puro intrattenimento (oggi solamente da rimpiangere), una sana avventura, godibile ed appassionante, con riusciti risvolti nella commedia sentimentale e accenni di erotismo inediti nel suo cinema. In Africa, nel quartiere generale di Victor Marswell (un Clark Gable perfetto come al solito), cacciatore bianco, pronto a tutto pur di catturare il leopardo nero, (come si capisce dal vivace incipit del film) ed il cui lavoro consiste nel fare collezione di animali per poi rivenderli agli zoo e ai circhi equestri, arriva Eloise Kelly, bruna irlandese di New York, meglio conosciuta come "Latte e Miele". Tipica ragazza di città, poco pratica di faccende africane (scambia un rinoceronte per un canguro), ma assai emancipata e sensuale, nonché di liberi costumi (ad interpretarla, non a caso, è un'avvenente e splendida Ava Gardner). Tra i due, nonostante il carattere di entrambi difficile e ribelle, nonché la natura cinica e solitaria di Vic ("Non ho mai trovato una donna che abbia voluto sposarmi", dice), uno che "prova gusto ad essere sgarbato" e che "ha il tatto di un elefante in un negozio di porcellana" scoppia l'amore, turbato, però, dall'arrivo dell'antropologo britannico Donald Nordley accompagnato dall'affascinante moglie Linda (una dolce ma troppo affettata e zuccherosa Grace Kelly). Quest'ultima è l'opposto di Eloise: riservata, cordiale, timida, ha una sensualità repressa e vive un matrimonio senza passione, freddo e monotono, causa anche un marito troppo preso dalle sue ricerche sui gorilla. Tutti insieme partono per un avventuroso safari, durante il quale Victor si innamora di Linda ("un bel boccone, da far venire l'acquolina in bocca agli affamati" per Eloise). La relazione con Vic fa riscoprire l'amore a Linda che però, contemporaneamente diventa nervosa, irritabile con il marito a cui si rifiuta con freddezza e acidità, dimenticandosi persino l'anniversario del matrimonio. Anche per Vic la situazione non è delle più semplici: "si è cacciato in un vespaio e l'ha preso come un nido di mosche", afferma irritata e gelosa Eloise ben consapevole che "ne sanno dare di grattacapi gli uomini". Sarà proprio Eloise con un intelligente stratagemma a salvare il matrimonio dei Nordley e conquistare definitivamente Vic. Un triangolo spigliato e brillante diretto con solido mestiere dal maestro che rinuncia agli elementi tipici di tanto suo cinema (ma non manca la figura di un sacerdote cattolico con il quale Eloise si confida, ritrovando serenità e coraggio) e dominato dalla presenza di Ava Gardner, splendida ed affascinante, capace di offuscare una Grace Kelly troppo timida e sacrificata in un ruolo unidimensionale, e di tenere testa a quel marpione di Clark Gable, il quale solo alla fine riuscirà a distinguere "l'albero buono, nonostante la foresta", regalandoci un giusto e atteso happy end. Nomination all'Oscar per Ava Gardner e Grace Kelly battute rispettivamente da Audrey Hepburn per "Vacanze romane" e da Donna Reed per "Da qui all'eternità".
Voto: 7

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