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Tommaso

Regia di Kim Rossi Stuart vedi scheda film

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La recensione su Tommaso

di mm40
6 stelle

Tommaso è un attore belloccio sulla quarantina; lasciato dalla fidanzata, si dedica a una serie di avventure sessuali - più fantasie che realtà concrete - e a progettare il suo debutto da regista. Ma è crisi profonda e la scossa sembra arrivare dall'amore per Sonia, ragazza fin troppo emancipata.

 

Kim Rossi Stuart prova a fare Fellini. E non sfigura neppure tanto, anzi: Tommaso è un tentativo di psicanalisi metacinematografica intriso di onesto disincanto, la storia - evidentemente autobiografica - di un attore/regista sulla quarantina tormentato dal passato (l'infanzia, la famiglia, l'educazione), dal futuro (il terrore di non avere costruito nulla finora) e soprattutto da un presente in cui non riesce a trovare la propria dimensione. Il sesso come diversivo, come passatempo e appagamento estemporaneo sembra una via d'uscita accettabile, un compromesso destinato però a suscitare anch'esso, alla lunga, rimpianti e sensi di colpa, se non addirittura a provocare guai con l'irruzione in scena di Sonia, il personaggio meglio scritto dell'intero lavoro e interpretato con sufficiente verve da Camilla Diana. In sceneggiatura il regista e protagonista è affiancato da Federico Starnone; il racconto procede per ellissi, una tranche dentro all'altra fino alla necessaria implosione del personaggio: molto ben fatto. Fra gli altri interpreti vale la pena di segnalare le presenze di Serra Yilmaz, Cristiana Capotondi, Jasmine Trinca, Renato Scarpa e della ritrovata Dagmar Lassander, assente da parecchio tempo sul grande schermo. Se Anche libero va bene (2006) aveva rappresentato un interessante debutto per KRS dietro la macchina da presa, Tommaso è senza dubbio una piacevole conferma. Sul fellinismo, infine, ogni possibile dubbio crolla nella scena, verso il finale, in cui il protagonista rivede sè bambino giocare in spiaggia, con forte rumore di vento in sottofondo: omaggio inequivocabile e inequivocabilmente ben girato. 6/10.

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