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Jack Goes Home

Regia di Thomas Dekker vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Jack Goes Home

di undying
8 stelle

Un'opera profonda, matura, ricca di sfumature psicologiche e di riflessioni sul degrado di valori consolidati nel tempo, oggi in via di disfacimento. Il volto inquieto dell'androgino Rory Culkin, sconvolto dal dolore e dal progressivo spostamento dei parametri morali, ben si presta a rappresentare -in divenire- la condizione umana dell'infelicità.

 

locandina

Jack Goes Home (2016): locandina

 

Jack (Rory Culkin) sta per avere un figlio. Mentre è al lavoro riceve una drammatica notizia: i suoi genitori hanno avuto un incidente in macchina e il padre è deceduto. Accompagnato dalla sua migliore amica, la lesbica Cleo (Britt Robertson), raggiunge la madre Teresa (Lin Shaye) facendo ritorno dopo lungo tempo alla casa d'infanzia. Tra violenti alterchi con la rigida madre e insistiti corteggiamenti del vicino omosessuale Duncan (Louis Hunter), Jack rinviene nastri audio e video registrati dal padre quando era piccolo. Si apre uno spaventoso abisso su alcune esperienze rimosse e sugli abusi subiti alla tenera età di quattro anni.

 

Louis Hunter

Jack Goes Home (2016): Louis Hunter

 

"Siamo nati da muscoli, carne e sangue. Non da abbracci amorosi, violenza o dolore. Come la famiglia è, così la famiglia fa. Fratello, sorella. Madre, padre. Siamo incastrati, intrappolati in ogni poro. Ma quella è la nostra pelle, nulla di più. Siamo un tutt'uno con il pavimento, il tetto e il cielo. Ci restano due domande: chi sei tu? E cosa sono io?" (Jack)

 

scena

Jack Goes Home (2016): scena

 

Il giovane regista Thomas Dekker (classe 1987) ha già un nutrito curriculum anche come attore. Compare, ad esempio, negli ultrasplatter Laid to rest 1 e 2, nel remake di Nightmare e nella serie Tv Terminator: the Sarah Connor chronicles. Quando scrive e dirige questo interessante Jack goes home ha già tentato la regia con un film ambientato nel deludente  (per le aspiranti teenagers) mondo di Hollywood (Whore, 2008). Questa sintetica lista può comunque già contribuire a dare spiegazione sul perché Jack goes home appaia film di certa qualità. 

 

Britt Robertson

Jack Goes Home (2016): Britt Robertson

 

La definizione di horror calza stretta, in quanto la sceneggiatura esplode da una condizione familiare piena di lacune e dimenticati ricordi, in direzione del melodramma. Jack, interpretato dal bravissimo Rory Culkin, benché circondato da coetanei proiettati verso un futuro non convenzionale (l'amica lesbica, il vicino gay) è combattuto da istinti contraddittori: più volte sul punto di cedere al corteggiamento di Duncan (intravisto nudo alla finestra mentra si dedica all'autoerotismo), è fortemente trattenuto da un concetto morale reazionario, dovuto a una educazione rigidamente benpensante.

 

scena

Jack Goes Home (2016): scena

 

La famiglia, per Jack, è tutto. Quella famiglia (oggi pura chimera e purtroppo obsoleta) composta da padre, madre (qui la sorprendente Lin Shaye, nota come medium nella saga di Insidious) e fratelli di sangue. L'utopia di un mondo idilliaco per Jack crolla insolitamente presto. Perde il padre ancora giovane e pure il figlio non vedrà la luce. Ma non solo: l'ideale dei genitori perfetti, viene incrinato da fatti realmente accaduti, che tornano alla luce dopo anni di oscurità. Jack goes home è un film sulla follia e sul degrado morale. Sugli effetti che la sofferenza (psicologica più che fisica) può avere su una mente sensibile e irrigidita da dogmi (su famiglia, amicizia e sessualità) oggigiorno sempre più alla deriva. Il giovane protagonista, indebolito anche dall'uso di droghe, tornando a casa perde ogni riferimento. Il vero orrore lo aspetta, paziente, nascosto tra le mura di una prigione più ideologica che materiale. Il vero orrore, si trova nella tormentata (e negata) identità di genere, nella complicata (talvolta impossibile) elaborazione del lutto, nella perdita della ragione. Una ragione che -pietosamente- di tanto in tanto è costretta a cedere il passo al più rassicurante stato psicopatologico della pazzia.

 

Rory Culkin

Jack Goes Home (2016): Rory Culkin

 

"Sentii un suono. Il vento. Un vento forte. Poi, in quel vento, un sussurro. Avanzi. Frammenti. Frantumi di una memoria irreale, immersa in tracce confuse e fotogrammi automatici. Un sorriso, un bacio. Dove sono? Fra le tue braccia? Nel tuo grembo? Sulle tue spalle? Toc, toc, beccando come se bussasse, bussa, beccando come un corvo. Il vento sarebbe diventato pioggia, poi la pioggia neve, e la neve ghiaccio. Poi il ghiaccio scomparirà nel cielo." (Jack)

 

locandina

Jack Goes Home (2016): locandina

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